Diciamoci la verità: quando arriva una band come gli Scimmiasaki da recensire spunta automaticamente il sorriso, si ritorna più piccoli, quasi adolescenti, quando una chitarra poteva darti molto di più di uno stipendio ed un contratto a tempo indeterminato. Gli Scimmiasaki sono tutto questo e di più. Una bomba ad orologeria pronta ad esplodere e frantumare l’ascoltatore in mille pezzi (tipo il Night King di GOT. Spoiler).

Gli Scimmiasaki sono tornati dopo una lunga pausa, impiegata a scrivere e comporre i brani del loro nuovo disco, il primo full lenght, intitolato “Trionfo” e uscito a maggio scorso per l’etichetta Vina Records. La musica degli Scimmiasaki è sincera. Questi quattro musicisti sono fedeli alla loro natura punk e hanno bisogno che il loro messaggio arrivi con la schiettezza dovuta, sia nel sound sia nei testi. Ogni brano di questo disco segue più o meno la lunghezza d’onda di un indie-rock grezzo ma romantico allo stesso tempo, da quadrettoni e frangia, tanto sudore, pogo e cattive intenzioni.

Gli Scimmiasaki (che abbiamo avuto ospiti nel corso dell’ultima puntata di “The Independence Play”, la nostra trasmissione radiofonica) sarebbero la giusta continuazione di una tradizione che passa da Ministri, Gazebo Penguins per arrivare ai Fast Animals & Slow Kids. Questa band sa come farti muovere e sa pure che la loro musica potrebbe arrivare benissimo a tantissime persone come a nessuno.

Ciò che però gli Scimmiasaki detengono come un segreto è il fatto che a loro non importa delle mode, non si preoccupano di dover esser commerciali o passabili dalla radio. Suonare, spaccare, pogare, respirare nuova aria è il loro piccolo mantra e di questo ne siamo essenzialmente felici. Ascoltate “Trionfo” e voletevi bene, fatelo per le vostre orecchie e per togliere via tutta l’immondizia da hit radiofonica che siamo abituati a sentire.

Heisenberg -ilmegafono.org

La copertina dell’album “Trionfo”