Il mese scorso una notizia ha sconvolto l’opinione pubblica in Campania e non solo. Si tratta dell’incredibile vicenda che ha coinvolto Maurizio Cerrato, sessantunenne di Torre Annunziata, che è stato brutalmente assassinato per aver difeso sua figlia dall’aggressione di alcuni malviventi. La ricostruzione dei fatti è fondamentale per capire la follia del gesto e la sua rilevanza dal punto di vista socioculturale. La figlia di Maurizio, Maria, è stata “colpevole” di aver spostato una delle sedie tipicamente utilizzate per occupare i posti auto. Una pratica antipatica e arrogante, di natura estorsiva, espressione di una mentalità mafiosa, che spesso è radicata negli ambienti criminali del napoletano e non solo.

In piena applicazione del metodo camorristico, il gesto di Maria non è rimasto impunito. La giovane, infatti, ha trovato una ruota squarciata una volta tornata all’autovettura. Maurizio, intervenuto per aiutarla, è stato vittima di un vero e proprio agguato ed è stato colpito da una coltellata fatale davanti agli occhi di sua figlia che ha cercato inutilmente di portarlo all’ospedale dove è arrivato già deceduto. Questa storia ancora una volta espone alle cronache nazionali quello che è il dramma di un territorio che è stato troppo spesso coinvolto da episodi di ordinaria follia. Quello che lascia sgomenti di questo gesto è l’assoluta non curanza per la vita umana che può essere tolta con una leggerezza disarmante per il più futile dei motivi. Notizie d’altri tempi che fanno riaffiorare alla memoria le inchieste di Giancarlo Siani, che proprio a Torre Annunziata nacque e visse raccontando il dolore della propria terra.

Maurizio è solo un’altra delle vittime innocenti della criminalità. Un altro che ha scelto di non piegarsi all’arroganza, forse inconsapevole che quell’atto di meravigliosa ribellione al guappo di turno gli sarebbe costato la vita. I quattro assassini sono stati fermati e arrestati e adesso sono in attesa di un regolare processo. La speranza è che gente che ha tolto la vita con una tale superficialità, si ritrovi a pagare duramente per la propria tracotanza. Per fortuna Torre Annunziata per molti versi non è più la Fortapasc raccontata da Siani e a dimostrarlo è stata come sempre la parte onesta, civile e coraggiosa della città che è scesa in piazza per ricordare Maurizio e ha spinto perché gli fosse dedicata una via o una piazza commemorativa.

Una pressione positiva che è stata immediatamente accolta dalle istituzioni che, a meno di un mese dall’accaduto, ha deciso di intitolare a Maurizio una piazzetta. Un luogo che, come ha ricordato il vicesindaco Lorenzo Diana, “vuole essere uno stimolo a tener viva la memoria di Maurizio Cerrato e ad alimentare i valori della convivenza civile quale argine alla violenza e alla barbarie”. Da un paio settimane a questo giusto tributo si è chiesto di far seguire il riconoscimento della medaglia al valore civile. La richiesta viene fatta attraverso una petizione su change.org indirizzata alla ministra dell’Interno, che ha già raccolto oltre un centinaio di firme. È importante sottolineare il forte valore esemplare che ha avuto il gesto di Maurizio Cerrato, un uomo che ha scelto di non piegarsi all’ingiustizia, agli usi e alla sopraffazione di quattro criminali.

Vincenzo Verde -ilmegafono.org