Ad Afragola il terrore è tornato. La città di circa 60.000 abitanti in provincia di Napoli, nell’ultimo periodo è stata letteralmente bombardata dalla camorra. Nel giro di 22 giorni, tra il 26 dicembre e il 16 gennaio, ben 8 ordigni sono esplosi nei pressi di piccole attività commerciali della città. Quella messa in atto sembra una nuova strategia di racket che si basa sull’attacco preventivo ai danni dei commercianti, i quali hanno tutti dichiarato di non aver ricevuto nessun tipo di avviso o minaccia. Sebbene inizialmente sembrava che le esplosioni potessero essere riferibili a qualche criminale isolato, le indagini hanno subito chiarito la matrice camorristica degli attentati.

Tra le attività prese di mira, due negozi di intimo, una pizzeria, un negozio di giocattoli, un supermercato, un negozio di telefonia e uno di ceramiche. Insomma non è certo una novità che la camorra non faccia sconti a nessuno, prendendosela anche con i piccoli imprenditori che devono fare i conti con danni ingenti soprattutto in relazione ai loro incassi. La reazione delle istituzioni è stata finora apparentemente debole. Se è vero, infatti, che è stato promesso un aumento del numero di agenti sul campo, resta critica la situazione all’interno dell’Arma dei carabinieri di Afragola, dove ogni mese vengono presentate più di 500 denunce che spesso rimangono inascoltate per mancanza di mezzi.

Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che a fine anno aveva fatto grandi proclami sulla prospettiva di “eliminare la mafia in qualche mese”, nei giorni scorsi è stato in visita ad Afragola per fare il punto della situazione, non perdendo l’occasione per continuare la sua politica fatta di slogan, ai quali però fino ad ora non sono seguite azioni rilevanti nella lotta alla camorra.

Paradossalmente, nello stesso giorno in cui Salvini proclamava la presenza dello Stato “contro questi balordi”, il Comune ha revocato l’affidamento del bene confiscato “Masseria Ferraioli” a una cordata composta da associazioni anticamorra che, durante i 2 anni in cui avevano gestito l’attività, erano state in grado di creare un vero e proprio avamposto di legalità all’interno di un tessuto sociale più che mai compromesso. Non proprio un segnale positivo, in un momento così controverso.

In questo scenario non proprio limpido, un segnale di speranza c’è nella società civile afragolese, che è scesa in piazza contro la camorra, pretendendo dallo Stato maggiore sicurezza. Tra i tanti, presente anche Gino Sorbillo, titolare della storica pizzeria di Napoli, in via dei Tribunali, che aveva subito la stessa sorte delle piccole attività afragolesi, essendo stata fortemente danneggiata da una bomba piazzata davanti all’ingresso il 15 gennaio scorso. La pizzeria ha già riaperto lunedì offrendo pizze gratis a tutti, la speranza è che anche Afragola riesca a ripartire in fretta, nonostante tutto.

Vincenzo Verde -ilmegafono.org