Nel cuore di Catania, tra il Duomo e il teatro Bellini, il degrado stava ormai impossessandosi di ogni angolo. Ma si sa che “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior” e, forse è proprio con questo motto in testa che Lucia Caruso, Nicola, Stefano e Gabriele Vitale e Marco La Piana hanno deciso di scommettere sulla loro terra e aprire “Piazza Scammacca”. La cultura del cibo ci ha sempre distinti e la cucina made in Italy è una delle più ricercate al mondo. Ma da dove arriva? Ecco, la mission di Piazza Scammacca è proprio questo: partire dal cibo per rigenerare un quartiere e risollevare le persone. Il concetto di piazza è il perno fondamentale. Da sempre, nelle civiltà antiche e moderne, la piazza è il luogo di incontro, di scambio sia materiale che immateriale.

Dai tempi delle agorà greche, dove si dibatteva di politica, esse sono simbolo di democrazia ma anche di potere economico e sociale. Nel cibo, poi, ritroviamo la tradizione, ma anche lo scambio, l’incontro di culture diverse che danno vita a nuovi sapori e nuove esperienze. Tutto questo viene espresso in Piazza Scammacca, il progetto di questi cinque giovani catanesi che hanno deciso non solo di restare, ma anche di crearsi quello spazio a cui sentirsi fieri di appartenere. Il viaggio che gli ospiti di Piazza Scammacca potranno fare, infatti, ripercorre le specialità enogastronomiche dell’intera penisola italiana, soffermandosi su alcune eccellenze regionali ma offrendo sempre una visione allargata di comunità. E non solo, ogni pietanza ha una storia che viene raccontata, condivisa, vissuta.

Ma c’è anche il riscatto sociale, con la creazione di laboratori creativi per i ragazzi del quartiere che spesso rischiano di essere affascinati dalla malavita. La collaborazione con gli artisti locali, come con lo scultore Matteo Raciti, che ha già realizzato per l’agorà il “Vulcano di Luce”, un vulcano capovolto con lunghe e singole lingue di luce che percorrono il tetto e il famoso “Bel Paese Volo Via”, personaggio realizzato per il carnevale di Viareggio del 2019. La prima di una serie di collaborazioni che vedremo all’interno di questo posto. Ma anche inclusione e attenzione alle categorie più svantaggiate: tra i progetti ancora in fase di studio, molti hanno uno sfondo sociale, come il sistema di comunicazione aumentata dei menu e dell’ambiente del mercato urbano per accogliere in maniera adeguata le famiglie con bambini autistici.

È splendido vedere quanto ci sia dietro al semplice concetto di mercato, quanta cultura, tradizione e innovazione possono celarsi. Il viaggio, il volo, la migrazione, il ritorno alla terra natale, sono temi che hanno caratterizzato da sempre la vita della Sicilia e che cercheranno di trasmettere agli spettatori: “Vogliamo restare a Catania e mettere radici in un posto nuovo e stimolante aperto a tutti: essere partecipi di un cambiamento, contribuire a rendere migliore la nostra città, lasciare il segno e dare l’esempio”.

Sarah Campisi -ilmegafono.org