Nel nostro Paese, la legge (1411/2019, cosiddetto Decreto Clima) consente ai cittadini di poter portare da casa i propri contenitori riutilizzabili per acquistare prodotti alimentari sfusi (pomodori secchi, ricotta, olive, ecc). La normativa, infatti, prevede che i clienti possano “utilizzare contenitori propri purché riutilizzabili, puliti e idonei per uso alimentare”. Una possibilità che permette di ridurre i rifiuti inutili e inquinanti, a partire dagli oggetti in plastica. Nonostante ciò, i supermercati italiani spesso non permettono questa modalità di acquisto, violando le norme. Lo denuncia Greenpeace Italia, attraverso una video inchiesta realizzata in dieci città italiane (Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Pisa, Roma, Torino e Trieste), all’interno dei supermercati dei marchi Conad, Coop, Selex, Végé, Eurospin, Esselunga e Sogegross.

Le volontarie e i volontari di Greenpeace hanno visitato 54 punti vendita e solo in 24 di essi (il 44,4% del totale) è stato consentito di utilizzare il contenitore portato da casa per acquistare prodotti alimentari sfusi. Nei restanti 30 supermercati (il 55,6%) questo tipo di vendita non è stato invece consentito dal personale, nonostante le norme vigenti lo permettano. Possono farlo? Possono rifiutarsi di accettare quanto disposto dalla legge? Secondo la normativa, il personale dei supermercati può rifiutare il ricorso a questa tipologia di imballaggi laddove ritenga che non sussistano le condizioni igieniche: una casistica che non è stata però rilevata nel corso dell’indagine condotta da Greenpeace. Anzi, l’organizzazione ambientalista ha mostrato come gli operatori dei supermercati che non hanno permesso ai clienti di usare il proprio contenitore ignorino la legge, facendo riferimento molto spesso ad altre problematiche come “l’assenza di disposizioni, l’impossibilità di apporre lo scontrino e quindi effettuare il pagamento o la mancanza di autorizzazione a fare entrare nell’area vicina agli alimenti contenitori di provenienza non conosciuta”.

A più di tre anni dall’approvazione della norma contenuta nel Decreto Clima, questa modalità di acquisto è ancora poco nota al personale addetto alle vendite, tanto da produrre il risultato negativo mostrato dall’indagine in questione. “È urgente adeguarsi subito”, scrive Greenpeace, che sottolinea la necessità di liberare i supermercati dalla plastica usa e getta. Oggi gran parte delle aziende – sottolinea l’associazione ambientalista – non ha ancora “un piano concreto per fare a meno della frazione monouso, aumentare la vendita di prodotti con sistemi di riuso e ricarica e allontanarsi da un modello di business inquinante”. Questo nonostante la vendita di prodotti con contenitori riutilizzabili sia già possibile in tante realtà, incluse alcune catene di supermercati italiani ed europei. Proprio grazie alla nuova normativa introdotta dal Decreto Clima, nella provincia di Varese è nata l’iniziativa “Spesa Sballata”, a cura della Cooperativa Totem, svolta durante la pandemia da Covid-19.

Una iniziativa che ha permesso ai cittadini di acquistare, con i propri contenitori, prodotti freschi al banco gastronomia, ma anche frutta e verdura con retine riutilizzabili e prodotti da forno con sacchi in tela. “Il riuso dei contenitori, secondo i dati evidenziati dal recente lavoro delle Nazioni Unite nell’ambito della ‘Life Cycle Initiative’ – scrive ancora Greenpeace – comporta numerosi benefici ambientali dei prodotti riutilizzabili (inclusi gli imballaggi) rispetto al monouso, indipendentemente dal tipo di materiale”. “Anche a seguito di valutazioni come questa – conclude Greenpeace nel suo comunicato – numerosi Stati europei (come ad esempio Austria, Francia, Portogallo) e alcune multinazionali (ad esempio Coca-Cola) hanno già scelto di ricorrere a quantità crescenti di contenitori riutilizzabili per la vendita dei propri prodotti nei prossimi anni. Anche la recente proposta di Regolamento europeo sui rifiuti da imballaggio prevede il crescente ricorso al riuso per alcune categorie di prodotti come bevande calde e fredde, cibo pronto da asporto, bevande alcoliche e analcoliche. È ora di dire addio all’era della plastica monouso!”.

Redazione -ilmegafono.org