È entrato in vigore dal 13 giugno scorso il nuovo regolamento “Made Green in Italy” del ministero dell’Ambiente. Previsto dal Collegato ambientale nel quadro delle iniziative di promozione della green economy, il “Made Green in Italy” rappresenta uno strumento per rafforzare la competitività del sistema produttivo italiano, nel contesto di una crescente domanda di prodotti ad alta qualificazione ambientale sui mercati nazionali e internazionali. Il “Made Green in Italy” utilizza la metodologia per la determinazione dell’impronta ambientale dei prodotti (Pef) definita nella Raccomandazione 2013/179/UE della Commissione Europea del 9 aprile 2013.

Come spiega il ministero dell’Ambiente, l’impronta ambientale di un prodotto (inteso come “bene” o “servizio”, secondo la Norma ISO 14040:2006 sulla metodologia LCA – Life Cycle Assessment) è una misura fondata su una valutazione multi-criterio delle prestazioni ambientali di un prodotto, analizzato lungo tutto il suo ciclo di vita, ed è calcolata principalmente al fine di ridurre gli impatti ambientali di tale bene o servizio considerando tutte le attività della catena di fornitura, dall’estrazione delle materie prime, attraverso la produzione e l’uso, fino alla gestione del fine-vita.

Con l’adozione del “Made Green in Italy”, il ministero dell’Ambiente vuole: promuovere modelli sostenibili di produzione e consumo e contribuire ad attuare le indicazioni della strategia definita dalla Commissione Europea; stimolare il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali dei prodotti e, in particolare, la riduzione degli impatti ambientali che questi generano durante il loro ciclo di vita; favorire scelte informate e consapevoli da parte dei cittadini, nella prospettiva di promuovere lo sviluppo del consumo sostenibile, garantendo la trasparenza e la comparabilità delle prestazioni ambientali di tali prodotti; rafforzare l’immagine, il richiamo e l’impatto comunicativo che distingue i prodotti, attraverso l’adozione del metodo Pef, associandovi inoltre aspetti di tracciabilità, qualità ambientale, qualità del paesaggio e sostenibilità sociale.

Si vogliono valorizzare, infine, le esperienze positive di qualificazione ambientale dei prodotti di cluster di piccole imprese, attraverso l’adozione di misure atte ad agevolare l’adesione allo schema “Made Green in Italy” da parte di gruppi di imprese. Per consultare il regolamento clicca qui.

Giorgia Lamaro -ilmegafono.org