Pochi giorni fa, nel golfo di Mondello (Palermo), un gruppo di volontari ha ripulito i fondali del celebre tratto di costa affacciato sul Tirreno. Lì si è svolta, infatti, la prima edizione dell’“Under water cleaning Mondello 2022”, pensata per liberare il mare dai tanti rifiuti che ne inquinano l’ecosistema, con danni enormi anche per molte specie animali. L’iniziativa è stata organizzata da Owac Engineering Company (Open Water Company), società di ingegneria che opera nel settore green, ed ha avuto il supporto dell’associazione “Plastic Free”. Il bilancio dell’azione dei volontari fotografa la gravità della situazione. Sotto la superficie del mare è stato trovato di tutto: sacchetti di plastica, sacchetti pieni di immondizia, pneumatici, lattine, bottiglie di vetro, cavi subacquei, travi di legno, reti da pesca e persino pezzi di eternit e bombole di gas. Uno scenario terribile che, purtroppo, Mondello condivide con tantissime altre località in Italia e nel mondo.

Il mare è infatti ostaggio dei rifiuti dell’uomo, soprattutto plastica, che mettono a rischio la vita di molte specie marine, prima fra tutte la tartaruga. In un post sulla propria pagina Facebook, lo scorso 11 luglio, Plastic Free denunciava che “il 52% delle tartarughe marine ha ingerito plastica, spesso come ultimo pasto. I danni derivanti dall’ingestione di plastica sono numerosi e differenti, ma tutti portano a un esito certo: la morte o la grave compromissione della salute. La plastica può incastrarsi nell’intestino, dando alla tartaruga il senso di sazietà e bloccando così la voglia di nutrirsi, oppure può danneggiare gli organi, portando così l’animale al decesso”. L’associazione ambientalista ha anche sottolineato poi come, dal 10 giugno 2020, grazie anche all’aiuto dei volontari, è stato possibile salvare oltre 400 tartarughe marine.

Il problema della plastica, dunque, minaccia il mare ma parte da terra, da noi e dai nostri comportamenti. In Italia, sulla riduzione o eliminazione della plastica siamo ancora indietro. L’Italia è infatti il secondo Paese consumatore di plastica in Europa: nel 2020 sono state consumate 5,9 milioni di tonnellate di polimeri fossili, corrispondenti a quasi 100 kg a persona. Il cambiamento dei nostri comportamenti, come detto, è il primo passo da compiere. A luglio, anche quest’anno, si celebra il Plastic Free July, un movimento nato nel 2011 con l’obiettivo di coinvolgere tutti nella realizzazione di un mondo libero dai rifiuti derivati dalla plastica. Si stima che, nel 2021, a livello mondiale circa 140 milioni di persone abbiano partecipato all’iniziativa, riducendo lo spreco e la produzione generale di rifiuti di 15 kg per persona all’anno, per un totale di 3,5% di rifiuti in meno. Il mese di luglio, quindi, può diventare l’occasione per fare qualcosa di utile per il pianeta.

Per tale ragione, Babaco Market, il delivery 100% made in Italy di frutta e verdura impegnato contro lo spreco, propone alcuni consigli utili per ridurre al minimo l’utilizzo della plastica nella vita quotidiana. A cominciare dalla cucina, il primo consiglio è quello di usare contenitori di vetro o ceramica. Inoltre, ridurre al minimo gli imballaggi e privilegiare l’acquisto di prodotti sfusi, evitando ad esempio la GDO che spesso utilizza le vaschette in plastica. Poi, conservare il cibo con la pellicola in cera d’api al posto di quella in plastica; non utilizzare le stoviglie monouso, tranne quelle compostabili; evitare l’acqua in bottiglia di plastica e scegliere piuttosto quella di rubinetto (filtrandola se è il caso) o quella delle casette dell’acqua presenti ormai in molte città, riempiendo contenitori di vetro riutilizzabili.

L’obiettivo della riduzione della plastica può essere perseguito anche in bagno. Ecco allora altri consigli di Babaco Market per il Plastic Free July e, in generale, per tutti gli altri mesi. Innanzitutto, utilizzare varianti solide dei detergenti, come le saponette solide. Oggi peraltro sono disponibili anche altri prodotti solidi, come shampoo, balsamo e creme viso e corpo. Altro consiglio riguarda il ricorso allo spazzolino da denti sostenibile. Uno spazzolino da denti impiega più di 400 anni a decomporsi e non può essere riciclato perché composto da differenti tipi di plastiche. Meglio scegliere soluzioni green che rispettino l’ambiente, come la variante in bambù, un materiale molto resistente, ecologico e naturalmente antibatterico.

Infine, altro consiglio riguarda gli assorbenti e i tamponi ecologici, che sono più economici e durevoli nel tempo. E soprattutto meno inquinanti. Anche fuori casa si può essere più sostenibili con dei piccoli accorgimenti. Ad esempio usando una borsa shopper in tela per gli acquisti oppure una borraccia da riempire, in modo da non acquistare più bottigliette di plastica. Sono piccole scelte che fanno la differenza e che però possono aiutare a ridurre l’impatto sull’ambiente, comprese spiagge e mare.

Redazione -ilmegafono.org