L’ultimo report “Qualità dell’ambiente urbano” redatto dall’Ispra (Istituto Superiore per la protezione e ricerca ambientale), aggiornato al dicembre 2018, lancia un segnale molto chiaro: il livello di pm10, un particolare tipo di polveri sottili, supera il limite consentito in 19 città italiane. A guidare il trend negativo c’è la città di Brescia, con ben 87 giorni di “disobbedienza”. A seguire, Torino e Lodi, nelle quali il limite è stato superato per 69 giorni, mentre si registra il comportamento virtuoso di Viterbo, che non lo ha mai superato.

L’analisi dell’Ispra interessa 120 città e 14 aree metropolitane e, nonostante i dati negativi rilevati, si registra un calo generale della quantità di polveri sottili pm10, pm2,5 e biossido di azoto. Il calo più significativo si è verificato con le polveri pm10, quelle generate da riscaldamento domestico, trasporti, industrie e talvolta fenomeni naturali: nel giro di 10 anni la quantità si è ridotta del 19%.

Un dato che viaggia di pari passo con il calo del trend negativo delle Pm10 è sicuramente l’aumento delle pratiche di car sharing, ossia condivisione di auto o veicoli utili allo spostamento urbano quali biciclette e scooter. Si calcolano circa 48mila vetture rese disponibili per lo sharing, una cifra raddoppiata rispetto agli scorsi anni.

Per quanto riguarda il biossido di azoto, invece, nello scorso anno si è rilevato il superamento del limite massimo giornaliero in almeno uno dei punti scelti per il monitoraggio, mentre per 25 giorni si è rilevato il superamento del limite a lungo termine per l’ozono in almeno 66 aree urbane sulle 91 di cui erano disponibili i dati.

Redazione -ilmegafono.org