La comunicazione riveste una importanza decisiva in tutti i campi, ancor più in politica, soprattutto quando il Paese vacilla. Significa sapere governare. Necessita programmazione, empatia e trasparenza. Mettersi nello sguardo altrui, dei tanti diversi e affrontare con altrettanta onestà un percorso ignoto, difficile e oscuro come è stato durante le lunghe ondate pandemiche. “Camminiamo sulle sabbie mobili? Cammineremo e ne usciremo, insieme”. Competenza – Identificazione e Qualificazione dei ruoli – Ascolto – Informazione – Comprensione delle strategie – Senso della comunità: si può miscelare al meglio l’ordine, ma questo doveva essere fatto dalle istituzioni e questo non è stato fatto o, se vogliamo essere clementi, fatto malamente, raffazzonato, ancora oggi insufficiente, come se la prima ondata poco avesse insegnato.

Il risultato? In una sanità pubblica minata ormai strutturalmente, in epoca pre-Covid, dagli scarsi investimenti in termini di risorse economiche e umane, spinta alla privatizzazione dall’ingordigia del business sanitario e dei colossi delle multinazionali farmaceutiche, dall’abbandono del territorio per una sanità ospedalocentrica, in un divario crescente tra il Nord e il Sud del Paese e altro ancora, la difficoltà a reggere lo tsunami ha fatto il resto. Disorientamento totale, tifoserie da stadio per il Vate di turno, lotte fratricide fra i sicuri, i dubbiosi, i no – vax, cene con test Covid self-service a gogo, pargoli spostati qua e là (la quarantena – la quarantena!), mascherine, sempre, certo, spesso “a lunga degenza” per ignoranza, menefreghismo o costi aggiuntivi al quotidiano nella disoccupazione che avanza.

Ma chi dice che cosa? Questo è quanto. Un frammento di scenario sotto gli occhi di tutti, mentre l’Omicron avanza. Poi forse ce la faremo, poi forse la campagna vaccinale arriverà laggiù-laggiù in quelle terre che ricordiamo solo per sfruttare o per vacanze Covid censurate, forse inventeranno nuovi vaccini a largo spettro e qualche multinazionale mollerà il brevetto e tutto si risolverà in uno starnuto.

Forse sarà così; ma nell’attesa che i Nostri abbiano capito che la comunicazione non è solo parlare, se da questa nuova Era non sorgerà un pensiero critico diverso, che tenga conto delle disuguaglianze, dello sfacelo del pianeta, nel rimettere al centro il bene della comunità, dell’ascolto, a poco sarà servita tanta sofferenza. E non ci aspetteranno tempi migliori. Starnuto a parte.

Marzia Frateschi (YOS Salute Cultura Diritti) – ilmegafono.org

 

*YOS Salute Cultura Diritti è un gruppo apartitico, aperto a chiunque lotti per la difesa al diritto alla Salute riconosciuto come fondamentale diritto umano, per la promozione e tutela della Salute al fine di ridurre iniquità e disuguaglianze, per il diritto a un SSN pubblico, equo, universalistico. Nato dall’esigenza di alcune persone di diversa provenienza geografica e con diverse competenze non solo in campo sanitario, si propone con tavoli tematici autonomi di contribuire con una critica costruttiva al dibattito politico su temi di Sanità, Salute e Genere coniugate ad iniziative dirette al territorio di provenienza e verso i cittadini, tutti e tutte.