È ormai un anno e mezzo che la crisi sanitaria condiziona fortemente le nostre vite limitandoci, a intervalli più o meno lunghi, nelle libertà, spaventandoci, allontanandoci dai nostri affetti e, in più, impoverendoci. La pandemia, con i conseguenti lockdown, ha infatti avuto un impatto davvero terribile sul settore economico: sono innumerevoli gli imprenditori in crisi e gli esercenti costretti a chiudere, molti lavoratori hanno perso il posto e buona parte della popolazione mondiale è più povera di prima. Persino gli Stati fanno fatica a restare a galla, cercando difficoltosi equilibri tra le esigenze di “ristoro” dei propri cittadini in difficoltà e le tante risorse destinate alle spese sanitarie. Un tracollo economico che tuttavia non può essere considerato globale.

Esiste infatti un settore che non ha risentito affatto di questa situazione surreale ma che, al contrario, ne ha tratto giovamento: il mercato delle sostanze stupefacenti. Secondo quanto emerge dal Rapporto Annuale sulla Droga 2021, redatto dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, dopo una primissima fase in cui il traffico delle sostanze stupefacenti ha subito un dannoso stop a causa della chiusura del traffico aereo, in una seconda fase le esportazioni di droga sono riprese, affidandosi al trasporto via terra e mare. Se non è difficile capire come i retroscena psicologici della pandemia abbiano favorito la crescita della richiesta di sostanze stupefacenti, è decisamente meno comprensibile che tale richiesta non abbia riscontrato molte difficoltà ad essere soddisfatta.

Si pensava che le chiusure forzate, i limiti alla libertà di movimento, avrebbero in qualche modo impedito la soddisfazione di questi consumi illeciti, eppure gli studi del fenomeno rivelano che i fruitori di sostanze stupefacenti hanno continuato a procurarsi le proprie “dosi” semplicemente recandosi ad acquistarle (in barba agli innumerevoli modelli di autocertificazione richiesti per uscire di casa fino a qualche mese fa) o ricevendole a domicilio, al pari di qualunque altro tipo di bene di consumo. Il settore ha potuto contare su un ulteriore alleato, ossia il web (o meglio il deep web), con il commercio tramite internet, dove predomina il mercato delle sostanze psicoattive e dove è davvero molto, troppo semplice reperirle. La situazione risulta ulteriormente aggravata dal fatto che l’iniziale stop al traffico di stupefacenti ha inevitabilmente causato un accumulo di scorte che si potrebbe concretizzare nell’immissione sul mercato di elevate quantità di droghe purissime ed a basso costo, con un conseguente possibile aumento delle morti per overdose.

Secondo le autorità, l’aumento di sequestri di cocaina in Italia nell’ultimo periodo potrebbe essere proprio causato da questa nuova politica di “stop and go” nel traffico degli stupefacenti. Così, con lo spettro di un possibile aumento delle morti per abuso di droga, si delinea una inquietante “tragedia nella tragedia”. La verità è che la vita è cambiata, si fa fatica a ricordare come vivevamo prima, chi eravamo prima che tutto questo ci stravolgesse e riportasse tutto il mondo svariati anni indietro a livello sanitario, economico, sociale e, purtroppo, anche nel delicato campo del contrasto alla criminalità organizzata che, tra il traffico di stupefacenti ed un rinnovato ricorso alle estorsioni, assiste ad un ingente incremento delle proprie risorse economiche.

Anna Serrapelle- ilmegafono.org