È possibile. Oggi più che mai, lottare per una società più giusta, per l’affermazione dei diritti di ogni individuo, per la legalità, per un mondo libero dall’oppressione mafiosa e criminale. Tutto ciò è possibile, se solo lo vogliamo e ci crediamo davvero. È proprio con questo slogan che l’associazione Libera, insieme ad Avviso Pubblico, ha presentato e inaugurato la XXVIII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Un appuntamento annuale che torna con un corteo “in presenza”, questa volta a Milano, dopo lo stop dovuto alla pandemia da Covid-19. La scelta di una città nel Nord Italia, dopo Padova nel 2019, non è certo una casualità: sebbene il corteo abbia spesso solcato città e paesi del Sud, attraversando territori generalmente ben più difficili del capoluogo Lombardo, questa è sicuramente un’occasione d’oro per dimostrare che la lotta alla mafia non ha origini né confini

La lotta alla mafia, infatti, è e deve essere universale e, in questo caso, coinvolge tutti i cittadini italiani, da Nord a Sud. E poi, lo sappiamo bene, Milano non è affatto esente da infiltrazioni mafiose, data la forte presenza criminale all’interno del tessuto sociale ed economico della città stessa. Come ogni anno, insomma, ci si troverà insieme il 21 marzo, giorno di primavera, a testimonianza di una vera e propria rinascita che si fonda sul ricordo e la memoria di tutte quelle persone innocenti che hanno perso la vita per mano mafiosa. Quest’anno, poi, dopo l’arresto del super latitante Matteo Messina Denaro, un evento del genere non può che assumere un peso notevole, forse ancor più importante, proprio perché alimenta quella speranza e quella voglia di libertà e legalità che i cittadini del trapanese (ma non solo) hanno potuto soltanto sognare per tanti, troppi anni.

“Il percorso verso il 21 marzo comprende momenti di riflessione, di approfondimento e di incontro, di relazioni vive attorno ai familiari delle vittime innocenti delle mafie”, si legge in un comunicato pubblicato dalle due associazioni. “Persone che hanno subito una grande lacerazione che noi tutti possiamo contribuire a ricucire, costruendo insieme una memoria comune a partire dalle storie di quelle vittime. Leggere i nomi delle vittime, scandirli con cura, è un modo per far rivivere quegli uomini e quelle donne, bambini e bambine, per non far morire le idee testimoniate, l’esempio di chi ha combattuto le mafie a viso aperto e non ha ceduto alle minacce e ai ricatti”.

Proprio così: in fin dei conti, partecipare ad un evento del genere non è soltanto una formalità, ma significa testimoniare, con la propria presenza, la convinzione che un Paese libero da ogni tipo di associazione criminale è possibile. Ed è possibile che un giorno lo sia addirittura la società intera. “Oggi ci troviamo su un sentiero oscuro, dove talvolta non ci sono neanche le stelle a farci da guida – si legge ancora nel comunicato – ma se diventiamo tutti consapevoli di questo sentiero e del perché sia divenuto oscuro, possiamo attraversarlo e superarlo, per raggiungere l’alba del cambiamento necessario”.

Oggi, insomma, sappiamo che “è possibile superare questa fase se a metterci in gioco siamo tutti insieme: solo con il ‘noi’ si può arrivare ad affermare la pace, la giustizia, la verità, i diritti, l’accoglienza e la libertà”. Probabilmente, non sarà un evento singolo a risolvere i problemi di una nazione intera, né a far sparire la presenza mafiosa dalle nostre città. Di certo, però, tutti noi insieme, testimoniando, partecipando, possiamo fare molto perché questo non rimanga soltanto un sogno. Chissà: magari proprio a partire dal 21 marzo 2023.

Giovanni Dato -ilmegafono.org