Trema Terracina e con essa la giunta comunale che, nel giro di pochi mesi, ha perso quasi tutti i pezzi. Lo scorso 19 luglio, al termine di una complessa indagine realizzata dalla Procura di Latina e c0ndotta da Carabinieri e Capitaneria di Porto di Terracina, è stata eseguita una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di alcune persone. Nell’elenco degli arrestati, spicca il nome della sindaca Roberta Tintari, esponente di Fratelli d’Italia e fedelissima di Giorgia Meloni. L’arresto della sindaca segue in ordine cronologico quello di Pierpaolo Marcuzzi, vicesindaco e anch’esso esponente FdI, già arrestato a gennaio scorso con l’accusa di tentata estorsione e istigazione alla corruzione.

Per la Tintari, invece, l’accusa è di turbata libertà degli incanti e di falso in merito alla gestione dell’arenile comunale, delle concessioni balneari e di diversi appalti (tra cui quello per la pista ciclabile). Oltre alla Tintari sono stati arrestati due funzionari comunali, mentre l’europarlamentare Nicola Procaccini risulterebbe al momento indagato in quanto ritenuto parte integrante del sistema di illeciti compiuto attorno alla giunta terracinese. Tra l’altro, lo stesso Procaccini, ex esponente di AN ed ex portavoce della stessa Meloni, già sindaco di Terracina per due volte, avrebbe avuto stretti contatti proprio con l’ex vicesindaco Marcuzzi.

Insomma, la situazione per la comunità di Terracina non è certo delle migliori, specie perché si ritrova a dover fronteggiare l’ennesimo caso di presunta malapolitica. Un “costume” tutto italiano, questo, che emerge ogni volta che scattano inchieste e arresti. Il caso Terracina, poi, fa ulteriormente riflettere se pensiamo alle polemiche legate alle concessioni balneari emerse negli ultimi mesi. Argomento molto delicato per diversi fattori: non ultimo quello legato a possibili infiltrazioni mafiose o, nel caso di Terracina, a presunti sistemi illeciti e corruttivi.

E che dire, poi, di un partito, Fratelli d’Italia, che ancora una volta vede suoi esponenti locali coinvolti in vicende giudiziarie piuttosto pesanti. Dopo l’esplosione del caso, dalla sua leader Meloni, che tanto aveva caldeggiato la candidatura della Tintari, al di là della legittima presunzione di innocenza, ci si aspetterebbe una dichiarazione, anche solo per capire come il partito affronterà questo ennesimo scandalo a Terracina. Tutto tace, però, dalla sede romana di Fratelli d’Italia: probabilmente sono troppo distratti o impegnati per la questione della crisi di governo.

Chi non tace, invece, sono i partiti dell’opposizione terracinese, che non hanno perso tempo e hanno iniziato a chiedere nuove elezioni. Quel che è certo è che a pagarne le conseguenze, purtroppo, saranno in primis i cittadini, molti dei quali stanchi di una situazione che si profilava all’orizzonte già da qualche tempo. L’arresto di Marcuzzi a gennaio, infatti, era soltanto l’ennesima goccia di un vaso stracolmo, almeno nella percezione di una parte della cittadinanza. Questo nuovo caso, con l’arresto della sindaca, peggiora ulteriormente il quadro. La speranza è che venga fatta chiarezza e che non emergano ulteriori, sgradevoli scenari.

Giovanni Dato -ilmegafono.org