Che gli allevamenti intensivi producono delle percentuali di CO2 allarmanti, e già solo per questo dovrebbero essere banditi‚ ormai è cosa certa. Che solo in Italia sono responsabili del 75% delle emissioni di ammoniaca e la seconda causa delle polveri sottili nell’aria, è scritto nei dati ISPRA. Che, secondo i dati FAO, le falde acquifere di tutto il mondo sono contaminate dai fitofarmaci espulsi dagli animali negli allevamenti è risaputo. Ma oltre il danno ambientale, Legambiente ci ricorda sempre le condizioni disumane e allarmanti in cui queste creature vengono allevate.

Per questo motivo, l’associazione ambientalista ha lanciato una petizione (clicca qui) in cui chiede al governo italiano di prendere una posizione netta e decisa sulla condizione di oltre 300 milioni di animali da allevamento in Europa. Lo scorso 30 giugno, infatti, la Commissione Europea ha varato una normativa che impegna gli Stati membri ad eliminare gradualmente l’uso delle gabbie all’interno degli allevamenti intensivi: la cosiddetta ‟End The Cage Age” (Fine dell’Età della Gabbia), firmata da oltre 1,6 milioni di cittadini in tutta Europa.

Sicuramente non sarà la soluzione definitiva, ma è certamente un gran passo in avanti per la regolamentazione di quest’industria e la giusta via verso la ‟transizione etica”. Purtroppo però, ormai senza quasi più sorprese per il tema ambientale, l’Italia sta varando la proposta di decreto interministeriale SQNBA, una certificazione sul “benessere animale” che – nel testo attuale – tradisce qualunque ispirazione di trasparenza e verità nei confronti di animali e consumatori. Una vera e propria operazione di sdoganamento degli allevamenti intensivi che andrà certamente a peggiorare delle condizioni che sono già abbastanza critiche.

Per questo motivo la coalizione italiana a sostegno di End the Cage Age ha lanciato un appello, chiedendo ai cittadini italiani di far sentire la loro voce e chiedere al governo italiano di sostenere gli sforzi della Commissione Europea e promuovere anche a livello nazionale una normativa che vieti la pratica abominevole di costringere esseri viventi e senzienti a vivere in condizioni di grave privazione all’interno delle gabbie. Vi invitiamo pertanto ad andare sulla pagina della petizione (clicca qui) e a firmare questo appello di civiltà.

Sarah Campisi -ilmegafono.org