La scorsa settimana, a Bergamo, l’“Osservatorio sulle mafie in Bergamasca” dell’associazione Libera ha presentato un nuovo dossier su mafie e criminalità organizzata nella provincia orobica e dintorni. L’appuntamento, che da diverso tempo ha cadenza annuale, ha lo scopo di presentare un quadro più chiaro e il più dettagliato possibile non solo della situazione generale in terra bergamasca, ma soprattutto della presenza mafiosa e criminale in luoghi che spesso vengono definiti immuni e lontani da interessi mafiosi. Il dossier è una raccolta ben definita di episodi avvenuti nel 2018 in ambito criminale, che riguardano racket, corruzione, intimidazioni mafiose e criminalità ambientale. Si tratta di episodi tutti corredati da fonti (atti giudiziari, articoli ecc).

Tra le “voci” di maggior successo non possono ovviamente mancare il business della droga (ben 27 notizie nel solo 2018), ma anche gli scandali che hanno visto protagonista la pubblica amministrazione. Lo scorso anno, infatti, diversi esponenti della P.A. sono stati colpiti da numerose indagini che hanno fatto luce su una realtà preoccupante, una realtà che vede sindaci, assessori o semplici dipendenti pubblici invischiati in pratiche illegali, spesso vicine a quelle mafiose o comunque criminali.

In poche parole, laddove non arriva la mafia come spesso viene intesa, spesso ci pensano esponenti pubblici corrotti, dal dubbio spirito etico e morale, che proprio con la mafia hanno molto in comune: l’illegalità, il desiderio estremo di potere, di accumulare denaro, o semplicemente il controllo totale del territorio di competenza.

Per la prima volta, forse, il dossier, oltre ad aver fatto luce sulla presenza della criminalità organizzata in terra bergamasca (che c’è, esiste e va combattuta su tutti i fronti), ha messo in mostra uno scenario che qualcuno continua a credere esser tipico del Meridione, ma che al giorno d’oggi e diffuso in tutto il Paese e rende l’Italia intera più unita che mai. Da Nord a Sud, infatti, pratiche come quelle appena citate sono diventate sempre più comuni, quasi come fossero la normalità, al punto che non bisogna più sorprendersi se questo Paese viene considerato in uno stato di devastazione morale irrimediabile.

Giovanni Dato -ilmegafono.org