Il report “Europe’s air quality status 2023”, pubblicato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA), mostra ancora una volta quanto sia difficile la situazione nel nostro Paese per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico e la qualità dell’aria. Il documento ha raccolto i dati relativi agli anni 2021 e 2022, evidenziando come l’Italia, insieme a qualche altro Paese dell’Europa centrale, come ad esempio la Polonia, sia tra le nazioni che presentano le maggiori criticità.

Come si può evincere dalle mappe di calore offerte dall’EEA, le zone particolarmente colpite dal problema dell’inquinamento dell’aria sono quelle della Pianura Padana, dunque una delle zone più industrializzate del nostro Paese. Ma il problema non pare essere circoscritto al solo materiale particolato che, stando ai grafici, in alcune zone dell’Italia è vicino alla soglia critica, rappresentando da molti anni un grave problema soprattutto per i grossi centri urbani, perché anche altri elementi chimici, come ad esempio l’ozono, hanno raggiunto livelli preoccupanti.

Nonostante il report sottolinei che sono stati fatti dei passi in avanti in tal senso, da quanto si legge risulta quantomai necessario applicare – e anche con una certa urgenza – delle politiche industriali ed ambientali non solo finalizzate ad attuare l’ormai celebre transizione ecologica e a ridurre le emissioni, come previsto dagli accordi sul clima, ma soprattutto ad arginare fenomeni come quello descritto, visto che incidono sulla salute dei cittadini. Basti pensare che, sempre attingendo dai dati forniti dall’EEA, il 97% delle persone europee sono soggette ad una quantità di polveri sottili superiori alle soglie stabilite dall’Unione Europea.

Il report completo è disponibile al seguente link: https://www.eea.europa.eu/publications/europes-air-quality-status-2023.

Manuele Foti -ilmegafono.org