Il 2024 è iniziato con alti livelli di inquinamento atmosferico nella Capitale, un vero e proprio allarme smog che ha visto superare la soglia massima consentita di Pm10 già nel primo giorno dell’anno. Secondo l’amministrazione comunale, a questa situazione hanno contribuito anche i fuochi di Capodanno, insieme alle emissioni inquinanti dovute al traffico e al riscaldamento domestico. Per questo motivo, le autorità comunali sono state costrette a prendere provvedimenti, come il rafforzamento della vigilanza urbana per limitare il traffico. Non è la prima volta che succede: nella Capitale, così come in altre città italiane, più volte in passato sono stati superati i livelli delle polveri sottili nell’aria. Solo a dicembre, a Roma e nella regione Lazio, i valori massimi consentiti di Pm10 erano stati superati per almeno quattro giorni consecutivi.

Il picco di Capodanno è stato raggiunto poi con gli inquinanti emessi dai fuochi di artificio e la città deve ancora smaltire questo effetto smog, con tutti i conseguenti danni sul benessere fisico e mentale dei cittadini. Un’altra metropoli italiana che spesso ha fatto parlare di sé per gli alti livelli di smog presenti è Milano. Proprio in questi giorni, che l’Università Statale del capoluogo lombardo, insieme a quella di Padova, ha avviato una ricerca mirata a stabilire quanto e in che modo l’inquinamento da traffico incida sul benessere mentale delle persone. Se infatti sappiamo già quali siano gli effetti nocivi diretti e indiretti dello smog sul nostro organismo, in particolare su cuore e polmoni, meno noti in Italia sono quelli sulla salute mentale.

Per questo, a partire dal prossimo 16 gennaio e fino al primo marzo, i due atenei di Milano e Padova, insieme all’associazione Cittadini per l’aria, condurranno uno studio che coinvolgerà 300 volontari. Per una settimana, i volontari indosseranno un mini-rilevatore che registrerà l’esposizione al biossido di azoto e, contemporaneamente, ogni giorno dovranno dedicare dieci minuti a un test online. Così, i ricercatori potranno valutare il rapporto fra l’esposizione all’inquinamento e il benessere, monitorando alcuni aspetti come l’attenzione, l’umore, il livello di stress e la qualità del sonno. La ricerca è aperta a tutti i cittadini maggiorenni e sarà importante anche per confermare le conclusioni già tratte in alcuni studi presentati in ambito scientifico, secondo i quali l’esposizione all’inquinamento modifica il funzionamento del cervello, alterandolo al punto da contribuire allo sviluppo di patologie psichiatriche.

Redazione -ilmegafono.org