Dal 17 luglio è in Gazzetta Ufficiale il Decreto Semplificazioni partorito dal governo Conte per cercare di limitare il potere frenante della burocrazia che in Italia, spesso, rappresenta un freno soprattutto per le piccole e medie imprese e per i singoli cittadini. Chiaramente c’è il rovescio della medaglia: meno burocrazia vuol dire spesso anche meno spazio per i controlli e nel nostro Paese, dove non si controlla a sufficienza, ben presto emerge il rischio delle infiltrazioni criminali.

Il decreto, infatti, prevede l’assegnazione diretta senza gara per appalti inferiori ai 150mila euro (ne avevamo parlato qui), il che lascia tantissimo spazio di manovra alle piccole imprese che non saranno soggette ai controlli antimafia. Questo potrebbe lasciare una voragine tra gli imprenditori onesti che cercano di cavarsela con le proprie forze e chi è invece spinto da conoscenze e malaffare. Lo snellimento delle procedure (e dunque dei controlli) riguarderà anche gli appalti inferiori ai 5 milioni di euro e, per quanto concerne progetti legati all’urgenza del Covid-19, sarà possibile procedere con l’assegnazione senza bando.

I settori a rischio infiltrazione sono innumerevoli e a farne le spese potrebbe essere la parte sana del Paese. Sarà responsabilità dello Stato cercare di ridurre al minimo il fenomeno della corruzione, nonostante i minori strumenti a disposizione per effetto del decreto. Sicuramente l’edilizia vivrà un momento di grande ripartenza, agevolata dalla sburocratizzazione e dai fondi in arrivo per il post-Covid, e chiaramente i pericoli si moltiplicheranno. Oltretutto questo genererà rischi in tanti altri settori.  Un esempio è quello del settore agroalimentare che vive di piccoli investimenti che spesso non raggiungono i 150mila euro e che dunque verranno assegnati dagli enti preposti senza bisogno di eccessivi controlli che, da una parte, ne rallenterebbero lo sviluppo, ma dall’altra garantirebbero maggiore legalità nella gestione del settore. Anche le assegnazioni per le opere di rilievo in materia di prevenzione e salvaguardia ambientale corrono un grosso rischio a causa del Decreto Semplificazioni.

Basti pensare, ad esempio, agli 80 milioni messi sul piatto in settimana dalla Regione Campania per la costruzione dei collettamenti fognari in numerosi comuni per ridurre gli sversamenti civili nel fiume Sarno. Anche in questo caso il soggetto attuatore (la Gori) sarà libero di gestire le assegnazioni nei vari comuni con minori controlli e strumenti, compreso quello della certificazione antimafia, che non è più necessaria ex ante rispetto alla gara d’appalto, ma che può essere presentata successivamente. Il che ha già portato allo stallo dei lavori per le fognature a Nocera Inferiore, città maggiormente interessata dal problema.

Insomma, i pericoli sono tanti e occorrono regole dinamiche. La soluzione per lo sviluppo del Paese non può essere un netto taglio dei controlli, perché questo porterà sicuramente maggiori rischi di infiltrazioni criminali e soprattutto potrebbe non essere efficace per velocizzare la realizzazione delle opere che comunque potrebbero fermarsi in fasi successive causando spese enormi allo Stato e disservizi gravi ai cittadini.

Vincenzo Verde -ilmegafono.org