Dopo aver esultato per l’affossamento del DDL Zan in Senato perché (tra le altre cose) introduceva una giornata contro l’omotransfobia da celebrare anche nelle scuole, l’associazione Family Day, di cui fa parte il senatore leghista Simone Pillon, ha presentato un libricino che ha l’obiettivo di contrastare l’arrivo delle presunte teorie gender, capeggiate da una fantomatica lobby gay, nelle scuole italiane. Libricino che vorrebbero distribuire nelle classi e che afferma, andando contro la scienza, che “l’essere umano è essere sessuato in ogni sua cellula e la sessuazione biologica non riguarda soltanto gli organi genitali, ma l’intera costituzione fisica, caratteriale, emozionale ed affettiva della persona”, rinnegando o smentendo che sesso, identità di genere e orientamento sessuale sono cose diverse.

Il saggio “Il “genere”: una guida orientativa”, a cura della Società Italiana di Psicoterapia per lo Studio delle Identità Sessuali (SIPSI) – che si può scaricare gratuitamente in rete – spiega che sesso, identità di genere e orientamento sessuale sono i tre criteri usati dalla maggior parte degli psichiatri, degli psicologi e dei sessuologi, ma anche dei sistemi giuridici di buona parte del mondo, per definire e classificare le identità sessuali.

Per dirla in breve, la scienza si è pronunciata al riguardo, in maniera libera e indipendente, senza i condizionamenti religiosi che avrebbero potuto minare o bloccare o pilotare la ricerca scientifica. In sintesi, è il genere che stabilisce, in ultima analisi, l’identità sessuale di un individuo. Non si è uomini e donne perché nati con certe identità fisiche, ma lo si è solo se ci si riconosce come tali. Non ci sono maschi e femmine ma ci sono semplicemente esseri umani, liberi di assegnarsi autonomamente il genere che percepiscono al di là del loro sesso naturale. Accanto a tutto questo è utile definire un altro termine, quello di ruolo di genere e cioè l’insieme di aspettative e ruoli su come gli uomini e le donne si debbano comportare in una determinata cultura e in un dato periodo storico.

Rispetto a semplici definizioni o “teorie”, avvalorate dalla ricerca scientifica e pedagogica, mirate al benessere fisico e mentale di tutti i cittadini, non si riesce a comprendere il ruolo dell’associazione Family Day e del senatore Pillon che, in nome di un credo religioso a cui dice di appartenere, prova a lasciare ai margini chi non è omologato alla maggioranza. Chi opera nelle scuole, occupandosi di progetti che fanno riferimento agli Studi di Genere, mira primariamente a promuovere la non discriminazione verso le differenze, ad ostacolare il diffondersi di forme più o meno velate di bullismo omofobico o di fenomeni dettati dalla non conoscenza e dall’intolleranza. L’obiettivo è quello di favorire il benessere di ogni singolo alunno, in modo che venga diffusa principalmente una cultura del rispetto. I progetti educativi per la prevenzione della violenza di genere tentano di scardinare stereotipi e preconcetti legati alle differenze di genere. Educare le nuove generazioni a comprendere che sesso, identità di genere, orientamento e ruolo di genere sono cose diverse, per qualcuno è un problema.

Uno di questi è appunto il senatore leghista Simone Pillon, classe 1971, bresciano, avvocato. È colui che accusò, nel 2018, le scuole di Brescia di fare lezioni di stregoneria, solo perché si parlava di fiabe e, nelle fiabe, come spesso accade, ci sono gnomi, folletti, mostri e streghe. Il senatore Pillon non conosce la pedagogia e non sa che il cattivo, il pericolo, il mostro, è psicologicamente tutto ciò che in un certo momento sentiamo come minaccioso, terrificante e aggressivo, con cui non sappiamo come comportarci e per questo ci sentiamo indifesi e vulnerabili.
Il mondo dei bambini è molto più popolato di mostri di quello degli adulti, perché il bambino ha una percezione più forte della sua fragilità. La strega, il mostro e il cattivo della fiaba non fanno che dare un volto a ciò che  c’è già nel suo universo psicologico, ed è lì tutti i giorni. Bisogna tenere presente che ciò che “ha un volto” è molto meno terrificante della minaccia “senza volto”: la strega della fiaba con le sue caratteristiche  personali è meno spaventosa di una sensazione di paura indefinita.

Per questo però è anche molto importante raccontare ai bambini delle fiabe che finiscano bene: perché raffigurano ciò che fa paura ma danno anche le indicazioni su come non lasciarsi sopraffare. Ma tutto questo, Pillon, lo sconosce, evidentemente. Il senatore leghista è anche colui che è stato condannato, nel 2014, ad un risarcimento di trentamila euro verso il responsabile di un’associazione LGBTQ, per averla diffamata con parole volgari. È colui che si è scagliato contro il Festival di Sanremo, considerandolo un “ossessivo gay pride”. È il soggetto che si è scagliato più volte contro la legge sull’aborto affermando che “noi sosteniamo la vita quindi dobbiamo convincere ogni donna a tenere il suo bambino”. E se vuole abortire? “Le offriamo somme ingentissime per non farlo”. E se vuole ancora? “Glielo impediamo”, scatenando l’associazione Non una di meno contro la sua proposta di legge.

Per Pillon i ragazzi devono studiare ingegneria, mentre le “femmine le materie dell’accudimento”. Cosa e come rispondere a queste affermazioni? Quali strumenti utilizzare? Quale capacità di persuasione bisogna possedere per far capire concetti elementari e banali? Ci si trova davvero imbarazzati e in difficoltà. Risponderei con le parole di Mario Mieli, che, sicuramente, Pillon considera il male assoluto, ma non importa: “Nell’universo eterosessuale-fallocentrico, la femminilità si riduce per il maschio a mera aureola di santità attorno al bruto potere del fallo: infatti, in genere, per l’uomo eterosessuale — come emblematicamente scrive Fornari nella sua gretta apologia dell’eterosessualità — ‘se non esistesse un genitale maschile, il genitale femminile apparirebbe un organo privo di senso’”. “Evidentemente, il fallo nel cervello impedisce al maschio eterosessuale di vedere oltre il proprio uccello: per questo, l’attuale società è retta da coglioni”.

Vincenzo Lalomia -ilmegafono.org