Quindici non è soltanto un numero. Non lo è per un gruppo di donne e uomini che oggi celebrano un compleanno importante. Quindici anni sono infatti un’eternità. A maggior ragione quando si parla di un gruppo e di un’idea, di qualcosa che non produce nemmeno ricavi, ma che è esclusivamente una visione, un progetto, un sacrificio costante, un impegno. Che procede lentamente ma che non si arresta. Che ha cambiato alcuni volti, ha visto passare tante persone, altre le ha viste tornare, altre ancora le ha viste rimanere, sempre lì, ogni giorno. Con lo stesso spirito di quando ciascuno ha iniziato a far parte di questa sorta di redazione fluida. Il Megafono.org è nato ufficialmente l’11 febbraio 2006, giorno della sua comparsa sul web, con la pubblicazione del suo primo numero. Ma in realtà, il suo embrione ha preso forma in un tardo pomeriggio di fine 2005, in una piccola stanza di un palazzo di Siracusa, dove un gruppo di ragazze e ragazzi, abbastanza giovani, dopo una discussione sulla politica e sugli orrori dell’epoca, decise che era giunto il momento di crearsi uno spazio di espressione libero.

Era il periodo del pieno berlusconismo, in carica c’era il governo Berlusconi III, quello con Temonti, Calderoli, Maroni, Giovanardi, Fini, Miccichè, Letizia Moratti, Alemanno, Scajola, Storace e così via. Era una terribile accozzaglia di centrodestra, che abbracciava liberali, moderati, democristiani, leghisti e fascisti, compresi i nostalgici. Erano tempi duri, anche perché la libertà di informazione e di critica era sempre più ridotta, soprattutto nelle reti tv. Pochi anni prima, nel 2002, c’era stato il cosiddetto “editto bulgaro”. Il premier Berlusconi, durante una conferenza stampa a Sofia, aveva pronunciato il suo diktat contro due giornalisti (Michele Santoro ed Enzo Biagi) e un comico (Daniele Luttazzi), che vennero successivamente estromessi dalla Rai. Erano tempi bui che ancora oggi non dovremmo dimenticare, come non dovremmo dimenticare i nomi e i volti di protagonisti con i quali ora si pensa addirittura di avere in un governo di salvezza nazionale.

Per noi che all’epoca eravamo ragazzi, era giunto il momento di fare qualcosa in più che impegnarci nel volontariato o in politica o nel giornalismo. Il Megafono.org fu l’idea che ci venne in soccorso e il nome ce lo suggerì la celebre canzone di Daniele Silvestri (L’uomo col megafono), con quell’uomo che, da solo, “parlava di cose importanti” e soffriva ma andava avanti, perché “credeva nei propri argomenti”. Anche noi ci credevamo e ci crediamo ancora, ma volevamo stare insieme, non ritrovarci da soli. Eravamo uniti e decisi a sfruttare il web per prenderci uno spazio in più per far arrivare lontano le nostre voci e le nostre idee critiche. Fu complicato. Quel gruppo iniziale che ogni giorno pubblicava contenuti e articoli, non resse a lungo. Troppo impegno, troppa fatica. Restammo in quattro. Siamo andati avanti e abbiamo pensato, a un certo punto di mollare. Era più o meno all’inizio del 2007. Fu lì che avvenne il primo miracolo. Un ragazzo toscano e una ragazza napoletana, giovanissimi, bravi a scrivere, ci chiesero di collaborare. Andammo avanti. Loro sono ancora qui con noi. 

Oggi siamo circondati da altre donne e altri uomini che nel frattempo hanno fatto crescere la compagnia. Ed è questa la grandezza di una esperienza che oggi prosegue e festeggia i suoi primi quindici anni. Il Megafono.org è un treno che non ha mai interrotto la sua corsa e, nei pochi ma difficili momenti nei quali ha rischiato di fermarsi, ha sempre incontrato, per un gioco del destino, macchinisti e fuochisti pronti a salire in corsa e ad alimentare la locomotiva. Non siamo un giornale, seppure dentro ci sono diversi giornalisti e giornaliste, e ogni tanto abbiamo confezionato inchieste che hanno avuto anche qualche buon risultato nel cambiare una realtà negativa o nel denunciare ciò che rimaneva nascosto. Siamo soprattutto uno spazio di approfondimento critico e di promozione culturale. Da sempre diamo anche spazio a musicisti, band, cantautori, etichette indipendenti, lavorando al meglio per presentare i loro lavori.

Ci occupiamo di cultura, di beni culturali, raccogliamo e diffondiamo notizie sui problemi ambientali, promuoviamo la transizione ecologica e lo sviluppo sostenibile, facciamo memoria. Già, memoria sui fatti di questo Paese e del mondo, ma anche memoria antimafiosa e antirazzista. Sono passati tanti volti, redattrici, redattori, vignettisti, grafici, informatici, persone meravigliose, con le quali siamo rimasti sempre in contatto, anche dopo che hanno scelto, principalmente per ragioni di lavoro o di vita, di lasciare. Tutti abbiamo sempre sposato una linea, quella dell’umanità, della libertà di pensiero, della tutela di valori precisi, che attengono all’amore per l’ambiente, al rifiuto di logiche razziste, mafiose, discriminatorie. Ci siamo trovati compatti e compatte nel difendere questi valori, al di là delle personali scelte politiche o elettorali. Nessuno qui dentro ha mai scritto una parola per compiacere una parte o un’altra. Impietosi e duri con chiunque violasse certi principi, valori universali che in troppi, da più parti, sacrificano per calcolo politico.

Forse per questo, pur essendo un gruppo formato in parte da giornalisti, non ci definiamo un giornale o una redazione giornalistica. Perché non ne abbiamo i mezzi economici e inoltre siamo sparsi un po’ ovunque, ma soprattutto perché qui, in questo spazio, prendiamo posizione. Davanti allo scempio dell’umanità non obbediamo a nessun editore, né ad alcuna logica commerciale o pensiero dominante. Siamo fermi, critici e saldi su quelli che sono valori non negoziabili per esigenze politiche. Siamo una nicchia, certo, siamo minoranza. Ma ci siamo. Esistiamo da 15 anni senza soluzioni di continuità. Per molti Il Megafono.org è stato anche palestra. Qui alcuni hanno iniziato a scrivere, giovanissime e giovanissimi, hanno fatto allenamento, imparato i fondamentali. E poi sono andati avanti, entrando dentro redazioni di giornali fino all’iscrizione all’albo. Giornaliste e giornalisti che avranno sempre la schiena dritta e un riferimento forte su quello che è il senso della scrittura e sulla responsabilità etica che essa comporta.

Siamo una nicchia, ma siamo sani. Facciamo il possibile e ci emozioniamo per quelle battaglie che hanno avuto gloria. Ci emozioniamo ogni volta che il nostro nome viene fuori all’improvviso da uno sconosciuto che dice “certo che lo conosco, vi leggo sempre!” o da qualche collega che stimiamo che ci fa i complimenti. Siamo più di una decina di “volontari dell’informazione”, facciamo nella vita il nostro percorso personale e professionale, ma quasi ogni settimana ci ritagliamo il tempo per continuare a innaffiare questo spazio. Come fosse una pianta da tutelare. Sognando magari di farla crescere ancora. Senza fretta. A volte la frenesia ci spinge a prometterci di accelerare dei processi, di fare un passo rapido in avanti come se fosse qualcosa di vitale. Poi, è sufficiente guardarci indietro per capire quello che è veramente vitale e straordinario. Basta voltarci e iniziare a contare. Uno, due, tre…cinque….dieci…quindici.

Quindici anni senza mai fermarci. Raccogliendo tutto quello che è stato questo tempo lunghissimo che è passato. Con i suoi orrori che abbiamo combattuto, con le nostre idee che hanno convinto qualcuno, con l’affetto di quelle tante persone che ci seguono costantemente. Persone vere, non profili comprati con campagne di sponsorizzazione. Gente in carne e ossa. La più varia. Insegnanti, operai, intellettuali, studenti, musicisti, registi, professionisti, giornalisti, discografici, braccianti, cittadini. Una compagnia vera, reale, come le donne e gli uomini che approfondiscono, raccontano, scrivono, si impegnano, mettendo la loro firma o il loro ingegno dentro Il Megafono.org. Da quindici lunghi anni. Buon compleanno a tutti noi. E a voi che ci seguite.

Massimiliano Perna -ilmegafono.org