L’operazione “Last Banner” ha portato all’arresto, a Torino, di 12 tra i principali esponenti dei gruppi organizzati di ultras della Juventus. Tra le accuse figurano ipotesi di reato gravissime come associazione a delinquere, autoriciclaggio, violenza privata ed estorsione aggravata. Le indagini sono incominciate circa un anno fa in seguito alla denuncia sporta dalla società bianconera. Stando alle prime indiscrezioni, sarebbe stata rilevata una vera e propria strategia estorsiva in corso da anni e mirata all’ottenimento di particolari favori da parte del club. Indulgenza che sarebbe stata interrotta alla fine della stagione 2017/2018 e che avrebbe portato ad una escalation della tensione tra ultras e società.

Questa inchiesta giudiziaria rappresenta una vera e propria svolta per il sistema-calcio italiano. La presenza della malavita organizzata all’interno delle curve delle squadre di Serie A è sempre stata uno spauracchio del quale non c’erano prove, aldilà della presenza di qualche pregiudicato tra i gruppi del tifo organizzato di quasi tutte le squadre italiane di ogni categoria. Agli arresti di questa settimana seguirà un regolare processo che potrebbe essere la definitiva dimostrazione della posizione difficile in cui sembrano versare tante società, anche di livello internazionale come la Juve, costrette a stare al giogo di qualche malavitoso per mantenere l’ordine pubblico fuori e dentro lo stadio e per evitare ritorsioni che costerebbero pesanti sanzioni dagli organi di controllo nazionali ed internazionali. Non è infatti la prima volta che sentiamo parlare di comportamenti ben più gravi della semplice e ignorante violenza da stadio da parte degli ultras.

Basti pensare alle minacce subite da Lotito nel 2004 da parte di esponenti della curva nord laziale, affinché cedesse il club ad un gruppo vicino a una parte del mondo ultras. Insomma il problema è generale ed è legato al forte potere che detengono all’interno dello stadio questi veri e propri malviventi. A questo punto è lecito domandarsi come sia possibile che in un sistema calcio che apparentemente dispone di risorse illimitate non si riesca ad individuare e bandire definitivamente dallo stadio i soggetti che rovinano questo sport. Ad oggi questa domanda non ha una risposta, mentre è chiara la posizione degli ultras juventini che, per protesta nei confronti dell’inchiesta giudiziaria in corso, hanno disertato la trasferta di Champions League a Madrid. Un chiaro segnale di vicinanza a un sistema che sembrerebbe corrotto fino al midollo, ma soprattutto una presa di posizione clamorosa contro la squadra di cui sarebbero sedicenti tifosi.

Bisogna sottolineare che esempi come quello della Juventus, che ha trovato la forza di denunciare e collaborare con le forze dell’ordine per fermare questo presumibile sistema delinquenziale, dovrebbero rappresentare un monito per le altre società di calcio italiane per aprire il vaso di pandora e collaborare tutte insieme per estirpare questo male di cui sono schiave. Insomma un altro calcio è possibile ed è un diritto dei veri tifosi pretenderlo.

Vincenzo Verde -ilmegafono.org