A Coltano, in provincia di Pisa, sta per essere realizzata una struttura dedicata a diverse attività delle Forze Armate per “operazioni speciali”. L’area sulla quale costruire è di circa 70 ettari, l’equivalente di circa 100 campi da calcio, e sorge all’interno del Parco Regionale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli. La realizzazione è stata autorizzata con decreto del Presidente del Consiglio, che la indica come “opera destinata alla difesa nazionale”, dunque, le vie burocratiche sono state decisamente semplificate, e siamo di fronte a una vera e propria base militare.

Una vasta zona, che da oltre quarant’anni è protetta dalla Regione, diventa oggi tutt’altro, sacrificata dallo Stato come base militare, una zona che, come stabilito dallo Statuto dell’Ente Parco, ha come finalità la valorizzazione e la conservazione del patrimonio naturalistico-ambientale. La struttura da realizzare, inoltre, dovrebbe occupare un’area agricola, cosa che comporterebbe ulteriore consumo di suolo. Come avverte l’ISPRA, si tratta di una risorsa ancora molto fragile e poco considerata per la tutela dell’ecosistema, del clima, della biodiversità, per la mitigazione dei fenomeni idrogeologici.

All’interno dell’area interessata, attualmente, vi sono alcuni edifici abbandonati, dove un tempo lavoravano i militari americani. È questo forse uno dei motivi che hanno spinto a individuarla come zona in cui costruire i comandi dei reggimenti, i due poligoni di tiro, edifici per l’addestramento, ufficio, magazzini, mensa, palestra, villette a schiera e una pista di atterraggio per elicotteri. Il parco su cui sorgerà la base militare è stato istituito nel 1979, il presidente Lorenzo Bani pensava che ormai non se ne facesse più nulla, ma si è deciso di sfruttare l’area più a sud, che va verso la provincia di Livorno. È stato lo stesso Bani a dichiarare ai carabinieri ricevuti lo scorso ottobre che la base militare era un progetto non sostenibile, senza poi ricevere altre risposte: «Siamo in un’area protetta, a rischio alluvioni, con un vincolo paesaggistico e un vincolo ambientale. È assurdo fare una nuova base qui, tra l’altro con un notevole consumo di suolo». Una valutazione che tuttavia non ha impedito l’autorizzazione del governo, grazie anche al percorso più veloce garantito dal PNRR.

«C’erano tantissimi altri luoghi – ha proseguito Bani interpellato da Il Post – adatti a costruire una base militare: aree demaniali abbandonate, caserme in disuso. Mi infastidisce molto che abbiano scelto un’area protetta, senza un percorso di partecipazione con le istituzioni e la cittadinanza. Non metto in dubbio l’importanza della sicurezza nazionale e credo che le decisioni del governo siano state prese a causa del conflitto in Ucraina: tornare indietro è molto difficile, se non impossibile». Attualmente, né la Regione Toscana, né il sindaco leghista di Pisa, Michele Conti, hanno commentato quanto accaduto. Al contrario, hanno alzato la voce associazioni ambientaliste e alcuni partiti, che evidenziano la nascita di una “cittadella della guerra” nella nuova base militare. Anche il PD, dopo alcuni giorni, ha criticato la decisione del governo, puntando il dito sul fatto che gli enti locali siano stati scavalcati.

Redazione -ilmegafono.org