In una lunga lettera scritta e pubblicata sulle colonne di Avvenire, indirizzata al presidente del Consiglio, Mario Draghi, 29 organizzazioni laiche e religiose hanno chiesto al governo italiano di impegnarsi attivamente per fermare le stragi di migranti nel Mediterraneo, partendo dalla cancellazione degli accordi con la Libia, sanciti dal famigerato Memorandum siglato nel 2017 dall’allora governo Gentiloni e rinnovato lo scorso anno. In queste ore, durante le quali il governo ha inviato al Parlamento la delibera che rinnova le missioni militari, compresa quella che riguarda la Libia, dalle organizzazioni firmatarie della lettera arriva una richiesta decisa, un nuovo tentativo di convincere l’Italia a mettere fine a questo genocidio che si compie tra il mare e i centri di detenzione libici. Nelle ultime settimane sono stati numerosi i naufragi, stragi che continuano a mietere vittime nel silenzio dell’Italia e dei Paesi europei.

Così come continuano i soccorsi di migranti poi riconsegnati alle motovedette della Guardia Costiera libica e riportati nell’inferno dei centri del Paese nordafricano, compresi quelli gestiti dalle forze paramilitari, coinvolte pienamente nella tratta di esseri umani. La Guardia Costiera libica, alla quale Draghi rivolse un irritante e indegno elogio, è finanziata con soldi italiani ed europei e, come dimostrato da inchieste giornalistiche e giudiziarie, è anch’essa in combutta con i trafficanti, se è vero che uno dei più feroci, Bija, è un graduato, un maggiore della Guardia Costiera stessa. C’è da aggiungere, inoltre, che la Libia è una nazione divisa e che comunque, nel suo insieme, non aderisce alle Convenzioni internazionali in materia di diritti umani, dunque non può essere assolutamente considerata un “Paese sicuro”, ossia un Paese al quale consegnare i profughi e persone i cui diritti andrebbero tutelati.

Eppure, in virtù degli accordi e di un Memorandum sanguinoso, ai libici viene consentito il soccorso e il recupero dei migranti, che vengono riportati indietro e nuovamente sottoposti a violenze, abusi, umiliazioni, torture, vendette. Sotto l’occhio e nel silenzio di Europa e Italia, che nel frattempo hanno svuotato il mare di testimoni, intralciando l’opera solidale delle ong e, soprattutto, continuando a non prevedere alcuna missione di coordinamento, pattugliamento e soccorso, come fu un tempo Mare Nostrum. “Il nostro Paese – scrivono le 29 organizzazioni firmatarie della lettera – in passato aveva deciso di mettere in campo una operazione molto importante di ricerca e salvataggio, Mare Nostrum, che oggi sembra essere solo un lontano ricordo. I successivi interventi, oltre a cancellare le operazioni di soccorso che avevano messo in salvo decine di migliaia di vite umane, hanno compromesso i salvataggi, per l’assenza di un coordinamento delle operazioni di soccorso e i ripetuti fermi amministrativi imposti alle navi delle Ong”.

Parole che riportano la verità tragica che emerge dai fatti, dalle tante tragedie che si sarebbero potute evitare e che sono il frutto dell’indifferenza e della crudeltà delle istituzioni europee e italiane, di governi che sono responsabili diretti della morte di migliaia di persone. Per questo, le 29 organizzazioni (A Buon Diritto, Acli, ActionAid, Amnesty International Italia, Arci, Associazione studi giuridici sull’immigrazione Asgi, Casa dei Diritti Sociali, Centro Astalli, Cgil, Cies, Comunità Papa Giovanni XXIII, Cnca, Comunità di S. Egidio, Conngi, Emergency, Europasilo, Fcei, Fondazione Migrantes, Intersos, Legambiente, Medici del Mondo Italia, Medu, Movimento Italiani Senza Cittadinanza, Msf, Oxfam, Refugees Welcome Italia, Save The Children, Senza Confine, Simm) avanzano richieste precise al premier Draghi.

A partire dalla cancellazione del Memorandum e, dunque, dalla fine di ogni forma di sostegno, in termini di mezzi e risorse, alla Guardia Costiera libica. A Draghi viene inoltre chiesto di attivarsi per l’evacuazione delle “persone rinchiuse nei centri di detenzione ufficiali e non ufficiali verso Paesi dove i loro diritti, in particolare il diritto a richiedere asilo, siano garantiti”. Allo stesso modo si chiede di interrompere anche i finanziamenti ai centri di detenzione per i migranti, sostituendoli con strutture che garantiscano “il rispetto dei diritti fondamentali delle persone che vi sono accolte, a partire dalla libertà di movimento, con uno status di soggiorno legale, anche temporaneo, in Libia, in modo da evitare che i migranti siano esposti a costanti abusi”. Naturalmente, le organizzazioni che hanno scritto la lettera sulle colonne di Avvenire, vorrebbero anche che l’Italia si facesse promotrice presso l’Ue di una iniziativa volta alla ripresa di una concreta e condivisa attività di ricerca e soccorso e che, in quanto Stato costiero, tornasse a “coordinare le attività di Sar nel Mediterraneo” supportando attivamente il lavoro a oggi svolto dalle Ong.

Infine, un richiamo anche all’Europa, consapevoli della credibilità che il premier ha presso le istituzioni e i Paesi dell’UE: la realizzazione di una “riforma delle politiche europee d’asilo che vada nella direzione di una ripartizione equa tra gli Stati, salvaguardando la dignità delle persone che arrivano alle nostre frontiere, nel rispetto dei princìpi della nostra Costituzione (art 10) e della legislazione europea e internazionale”. Richieste chiare per un’azione non più rinviabile, perché non è possibile chiudere gli occhi davanti alle stragi e restare fermi e impotenti. Bisogna partire da una nuova visione, da un’Europa che ripudi odio, razzismo, egoismo e ritrovi uno spirito solidale. Per farlo è necessario chiudere subito i rubinetti di denaro verso la Libia (e sul fronte orientale, verso la Turchia), così da sottrarsi al potere di ricatto di trafficanti di uomini, petrolio e armi e governi conniventi.

Bisogna cancellare definitivamente il Memorandum, dando vita a una grande azione europea, condivisa e con al centro la tutela dei diritti di chi fugge. Non è più accettabile che si continui “a sostenere con risorse pubbliche – scrivono su Avvenire le 29 sigle – gruppi che usano la violenza, fino alla strage, per arricchirsi alle spalle di migliaia di innocenti”. Chissà se e cosa risponderà Mario Draghi e se il suo governo cancellerà il Memorandum accogliendo le richieste delle organizzazioni impegnate quotidianamente nell’accoglienza e nella tutela dei diritti. Ci permettiamo di essere pessimisti. Naturalmente, però, saremmo lieti di essere smentiti.

Redazione -ilmegafono.org