È accaduto anche questo in piena pandemia di Coronavirus. È accaduto che 40 aziende attive nell’ambito dell’energia non rinnovabile e dei combustibili fossili, tra cui spiccano BP, Total e Shell, giusto per citarne alcune, hanno lanciato un chiaro appello ai governi. L’invito è quello di sviluppare piani di investimento futuri per l’energia rinnovabile, in una prospettiva totalmente votata al post Covid-19. A capo di questa inedita coalizione c’è l’Energy Transitions Commission, associazione di varie imprese nei settori dell’energia, della finanza e dell’industria.

Le sette priorità definite dall’Energy Transitions Commission sono energia rinnovabile, efficientamento energetico, infrastrutture verdi, mobilità sostenibile, sussidi conformi agli impegni climatici, soluzioni tecnologiche a basse emissioni, transizione energetica e capacità di tenere a bada i prezzi del carbonio, affinché non diminuiscano. In una nota della coalizione si legge: “Oggi chiediamo ai governi di tutto il mondo di spendere saggiamente per gli stimoli economici e di investire nell’economia del futuro. L’energia pulita e le soluzioni a basse emissioni di carbonio sono i pilastri fondamentali di un’economia migliore: possono migliorare la qualità dell’aria che respiriamo, migliorare la nostra qualità della vita e limitare il verificarsi di disastri legati al clima”.

Investire nel rinnovabile, secondo le stime, potrebbe portare a guadagni pari a 98 miliardi di dollari entro il 2050, l’ondata di finanziamenti potrebbe dare una forte spinta alla decarbonizzazione del settore. Inoltre, il calo sul prezzo del petrolio e del gas, verificatosi durante la pandemia, potrebbe essere l’occasione giusta per rimuovere i sussidi sul consumo dei combustibili fossili, dando così impulso allo sviluppo di piani economici per le fonti rinnovabili.

Restano ancora da chiarire, tuttavia, alcuni dubbi relativi agli impegni climatici presi dalle grandi aziende energetiche presenti nella coalizione, strategie sulla cattura e sullo stoccaggio di combustibili che devono rientrare in un quadro generale di sostenibilità. Altro problema è l’impronta di carbonio, problema che dovrà essere risolto per ottenere la giusta fiducia per gli investimenti e la riconversione al rinnovabile.

Redazione -ilmegafono.org