La settimana scorsa sono scattate le manette per quattro persone accusate di avere incendiato l’autovettura del sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo. Si tratta di tre uomini e una donna riconosciuti come parcheggiatori abusivi. Quello che a qualcuno poteva sembrare un semplice atto vandalico, sembrerebbe essersi rivelata invece una vera e propria intimidazione di stampo mafioso. Risale allo scorso ottobre, infatti, l’introduzione del Daspo urbano nel regolamento comunale ad opera del sindaco. Il provvedimento, apparentemente incontestabile, fu invece oggetto di molte polemiche in consiglio comunale, dove alcuni detrattori del primo cittadino siciliano avevano, a suo dire, proposto addirittura di regolare la posizione degli abusivi.

Seguirono 12 provvedimenti ai danni di parcheggiatori non autorizzati che operavano soprattutto nelle zone turistiche della bella città siciliana, come ad esempio il teatro greco. Il Daspo, ancora in vigore, prevedeva in un primo momento l’allontanamento preventivo di 2 giorni, accompagnato da una multa di qualche centinaio di euro e, in caso di recidiva. un allontanamento di 6 mesi.

Poche settimane dopo ci fu la rivendicazione: il 13 novembre la macchina di Garozzo, parcheggiata sotto casa, fu data alle fiamme in pieno giorno. Oggi, a distanza di qualche mese, ne sappiamo il motivo e il nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Siracusa ha ritenuto gli elementi sufficienti a far scattare le manette. I cittadini siracusani, insieme a quelli di centinaia di altre città italiane, si recheranno alle urne il prossimo 10 giugno per le elezioni comunali e, se è vero che l’attuale primo cittadino non è candidato, questa notizia sta avendo comunque un grande impatto nella corsa elettorale.

A maggior ragione nel momento in cui viene fuori che ci potrebbero essere dei rapporti documentati tra i malviventi e gli esponenti in corsa per le elezioni. Tutta la classe politica siracusana si è unita, con parole di solidarietà, a sostegno del sindaco uscente Garozzo, il quale dal canto suo ha rifiutato la solidarietà di alcuni esponenti politici i cui rapporti con i malavitosi sono, dal suo punto di vista, largamente dimostrati. A conferma della credibilità delle sue parole, ci sono anche le intercettazioni pubblicate successivamente, dalle quali si evince che anche l’attuale vicesindaco Francesco Italia, nonché candidato attuale alla carica di primo cittadino, aveva subito delle pressioni dagli abusivi che progettavano di farla pagare anche a lui.

In questa bufera elettorale, si inserisce anche un altro episodio inquietante: l’irruzione di ignoti in una azienda agricola del siracusano di cui un altro candidato sindaco, Fabio Moschella, con la distruzione di documenti politici e il danneggiamento di alcuni impianti. In questo clima, è importante sottolineare anche la proposta di un altro candidato sindaco, Giovanni Randazzo, che ha invitato tutti i componenti delle liste in corsa a sottoscrivere un codice etico antimafia e di rendere pubbliche le proprie fedine penali. Questa iniziativa, qualora dovesse essere accolta da tutti, sarebbe una bella prova di trasparenza in un clima di tensione e di grande sfiducia generale.

Nonostante tutto, chiaramente, la lotta all’abusivismo a Siracusa continua e le forze dell’ordine hanno emesso negli ultimi giorni altri due Daspo a parcheggiatori abusivi e hanno sequestrato due capannoni dove si raccoglievano abusivamente cartone e plastica. Un trend positivo che si spera non si interrompa il prossimo 10 giugno.

Vincenzo Verde -ilmegafono.org