C’è una cosa molto inquietante e poco simpatica dell’aura di ingenua cialtroneria grottesca che attribuiamo ad alcuni esponenti del Movimento Cinque Stelle alla prova della politica. Non sono certo le innumerevoli gaffe che possono strappare un sorriso o un meme ben fatto. Non sono neanche le dichiarazioni strampalate di alcuni esponenti che ne denotano, spesso, l’assoluta incompetenza su questo o quel tema. E neppure la sicumera che garrisce allo sbandierare questo o quel provvedimento, come topini incantati dal flauto.

Il problema più serio è la loro capacità di trasformazione. Sull’euro hanno detto tutto e il contrario di tutto. Sull’Europa hanno detto tutto e il contrario di tutto. Qualunque cosa propugnassero prima del governo è lecita se (e solo se) è scritta nel contratto di governo, spauracchio e coupe de theatre per ammansire le masse. Stanno rivalutando il divieto di duplice mandato.

Che dire di Dessì, fotografato con un esponente degli Spada che pagava 7 euro al mese? Doveva essere espulso, “non può stare con noi” dicevano. E invece, regolarmente eletto, siede negli scranni del parlamento, proprio con chi lo doveva espellere. Spaventosa a tratti è la vicenda di Giulia Sarti. Secondo alcune indiscrezioni delle Iene, l’hackeraggio sarebbe partito da pc della Camera. Da chi? Perché? Perché un deputato ha la casa “piena di telecamere”? Perché Giulia Sarti scriveva che l’incriminazione del fidanzato era una idea di Casalino per salvare la faccia?

Quello stesso Casalino che propugnò il famoso Codice Rocco, decalogo del bravo giornalista che non mette in difficoltà gli esponenti del Movimento con altri politici. Un’operazioncina da nulla che ha trasformato i lanci di stracci dei talk in spot elettorali con la claque. Iniziativa preoccupante e gravissima a pensarci, eppure portata avanti da chi accusava gli altri di essere “dittatorelli”. In questa capacità camaleontica che in altri anni si sarebbe chiamata trasformismo, c’è un gene molto pericoloso…

Ma non basta. Sarebbe interessante capire il ruolo effettivo di Davide Casaleggio all’interno del Movimento. Ufficialmente è presidente dell’Associazione Rousseau. Allora, perché ne parliamo e ci riferiamo a lui come il capo del Movimento e soprattutto a che titolo decide? Cosa gli dà la capacità di orientare le scelte dei deputati? Questa capacità che, pare all’unanimità, gli osservatori gli attribuiscono, può essere in conflitto di interessi con la gestione dell’infrastruttura che gestisce il voto online della democrazia diretta?

Mentre gli osservatori si attardano a elucubrare su presunte divisioni di governo ad oggi non pervenute (doveva cadere almeno una volta al giorno), tutte queste domande restano senza risposta. Per fortuna che il 2019 sarà un anno meraviglioso e fortuna anche che abbiamo sconfitto la povertà e potremo esportare le arance siciliane nel Paese che ne è il terzo esportatore mondiale.

Post Scriptum: mentre da qualche mese tutti gli studiosi dichiarano che l’Italia nel 2019 praticamente non crescerà, il ministro dello Sviluppo Economico, dopo averli variamente definiti e sbeffeggiati, si dichiara ora, bontà sua, “preoccupato”.

Penna Bianca -ilmegafono.org