La mafia sul litorale romano c’è ed è più presente e forte che mai. A dimostrarlo, ancora una volta, ci ha pensato la Dda di Roma che, negli scorsi giorni, è riuscita ad effettuare ben 65 arresti nei confronti di esponenti di diversi clan mafiosi. Un maxi-blitz di dimensioni importantissime, soprattutto per il peso che certi avvenimenti avranno nei confronti della politica locale e non solo. Ma procediamo con ordine. Secondo quanto scoperto dagli inquirenti, nel corso degli ultimi anni alcuni clan di ‘ndrangheta sarebbero riusciti ad assumere il totale controllo del litorale romano, un territorio che va da Ostia sino a Latina e che include più di mezzo milione di persone.

Lo scenario emerso dalle indagini fa a dir poco rabbrividire: i gruppi criminali, infatti, non solo si sarebbero impossessati di numerose attività imprenditoriali ed esercizi commerciali (dallo smaltimento dei rifiuti sino al mercato ittico), ma sarebbero persino riusciti ad insinuarsi tra le maglie dell’amministrazione pubblica, controllando così a tutti gli effetti la politica delle località coinvolte.

Sebbene tutto ciò sia ancora al vaglio degli inquirenti, le perquisizioni svolte negli uffici comunali di Anzio e Nettuno sono la prova che qualcosa bolle in pentola. Grazie a tali provvedimenti, infatti, la procura farà il possibile per acquisire quante più informazioni possibili sull’infiltrazione criminale all’interno delle due amministrazioni. Quel che è certo, comunque, è che ci troviamo di fronte all’ennesimo caso in cui la prepotenza mafiosa è riuscita a far breccia nel tessuto connettivo della società legale. Il tutto a discapito di molti (i cittadini) e a vantaggio di pochi (mafiosi e collusi). Ma perché la mafia sul litorale romano dovrebbe fare affari? Le fonti di guadagno ci sono e sono diverse.

Oltre al già citato mercato del pesce (vero e proprio motore di questa zona del Lazio), ad attrarre gli interessi delle ‘ndrine sono sia il business dei rifiuti che, ovviamente, la droga. Secondo gli inquirenti, infatti, già nella primavera del 2018 la ‘ndrangheta sarebbe riuscita ad importare e ad immettere sul mercato del litorale ben 250 chili di cocaina. Ed altri 500 sarebbero arrivati da Panama, se proprio le indagini della Dda non avessero bloccato il tutto. Insomma, non sarà un’equazione perfetta, ma sembra sempre più evidente che laddove ci siano affari e soldi, ci sia anche la mafia. E viceversa. Una correlazione, questa, che non è certo una novità (lo stesso Falcone fu uno dei primi ad affermarlo), ma che dimostra ancora una volta come la criminalità ostacoli la crescita dei territori, riducendo gli spazi per l’economia legale.

Se è vero che dove ci sono investimenti, guadagni, business, c’è sempre la mafia, allora è evidente che ci troviamo di fronte ad un problema che va ben oltre la dimensione locale. La presenza e il radicamento dei clan sul litorale romano e, cosa ben più grave, la connivenza di diversi attori locali, sono solo lo specchio di una realtà che può essere proiettata su scala nazionale. Ecco perché è importante non abbassare la guardia e soprattutto andare fino in fondo per conoscere la verità sul coinvolgimento e sulle responsabilità di chi, dentro le istituzioni, dovrebbe combattere i sistemi mafiosi e denunciarli, invece di prestare il fianco e lasciarli entrare.

Giovanni Dato -ilmegafono.org