Ci sono fili rossi invisibili tra le ragnatele delle principali organizzazioni terroristiche sciite e i grandi nomi a capo del Medio Oriente. Uno tra questi è: Qassam Soleimani. Oltre i muri del pianto per la morte del generale per mano degli Stati Uniti, si cela quella verità sfigurata sotto una falsa figura che hanno costruito attorno a un uomo macchiatosi di crimini contro l’umanità. Per vedere il suo vero volto basta poco, è sufficiente osservare le reazioni di chi gravitava attorno a uno dei principali motori di diversi massacri sul territorio iracheno e molteplici attacchi a sfondo terroristico oltre i confini limitrofi.

Bashar Al-Assad, per fare un esempio chiave, ha assegnato nelle ultime ore un ordine d’onore post mortem al generale iraniano Soleimani. “Il conferimento di questo ordine testimonia il profondo rispetto del presidente siriano nei confronti del generale Soleimani e dei suoi fratelli nella Repubblica Islamica dell’Iran”, ha affermato il primo ministro siriano, Imad Khamis. Un rispetto che lega mani e genocidi che ha reso le due potenze complici quando in Siria il governo di Assad vacillava sull’orlo del baratro. Dal 2012 in poi Soleimani ha inviato forze di milizie a lui fedeli. come gli oltre 2.000 combattenti Hezbollah. Sono un totale di 80.000 gli uomini inviati per mano iraniana dal generale, pronto a compiere massacri di civili pur di non far crollare il governo di Bashar Al-Assad.

I siriani non dimenticano il sangue versato. Per quanto poco se ne parli, il tanto osannato buon Soleimani, sporcò mani e terra di sangue e crimini anche nel Kurdistan iracheno. Terra dimenticata dal mondo. Fu qui che il generale iraniano cercò di sabotare il referendum per l’indipendenza del Kurdistan Iracheno – nel 2017 -, e più volte anche in passato orchestrò una feroce repressione a danno del popolo curdo in rivolta per rivendicare la propria autonomia.

Sempre in prima linea per reprimere ogni forma di protesta come quelle insorte contro il governo iracheno a Baghdad e quelle che stanno anche segnando l’Iran e che Soleimani ebbe cura di reprimere usando le milizie dei Quds. Furono più di mille i manifestanti brutalmente uccisi e feriti. E ora il mondo guarda al cielo incapace di guardare la scia di sangue sparso per terra da uno dei più grandi maestri d’orchestra dei genocidi contemporanei.

Rossella Assanti -ilmegafono.org