Carmiano è un Comune di 12000 abitanti nel cuore del Salento, a una decina di chilometri da Lecce. La cittadina pugliese è stata interessata dalle cronache nazionali nell’ultimo periodo per fatti che dovrebbero essere notizie isolate, ma che purtroppo per il nostro Paese sono quotidianità e quasi non sorprendono più. Il Comune è stato infatti commissariato per mafia non più di un paio di settimane fa. La decisione, come spiegato dal Viminale, è stata presa “a seguito di accertati condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali”. Il sindaco della città è stato rinviato a giudizio per presunti collegamenti e infiltrazioni da parte della Sacra corona unita all’interno dell’amministrazione salentina.

Nel caos generale che ha colpito Carmiano, questa non è stata l’unica notizia che ha gettato fango sulla reputazione del comune pugliese. Nei giorni scorsi infatti il centro per l’educazione alla legalità “Peppino Impastato” è stato vandalizzato: l’effige del celebre attivista antimafia, ucciso barbaramente nel 1978, è stata infatti cancellata dalla facciata. Purtroppo però a Carmiano, Peppino l’hanno cancellato due volte. Per capire quanto appena detto occorre fare un salto nel 2008, anno in cui fu inaugurato a Magliano, frazione del comune salentino, il centro per l’educazione alla legalità. Già allora lo stabile veniva da un passato poco fortunato. Era infatti un ex mercato coperto, abbandonato da 20 anni. Successivamente, l’accesso al PON (Programma Operativo Nazionale) “sicurezza per il mezzogiorno d’Italia”,  aveva garantito al comune un finanziamento di circa 340mila euro per la riqualificazione dello stabile.

Dopo l’imponente cerimonia di inaugurazione è bastato aspettare qualche mese perché il centro finisse in disuso prima, abbandonato poi e infine depredato. L’episodio di vandalismo degli ultimi giorni è solo l’ultimo atto di una storia quantomeno imbarazzante di quello che doveva essere un simbolo che ricordasse quanto siano vivi gli eroi della legalità nelle loro idee ed è invece diventato il simbolo dell’abbandono e del degrado di una città che nelle ultime settimane ha dovuto fare i conti con tante contraddizioni.

In questo scenario non certo ideale, finalmente qualcuno ha trovato il coraggio di alzare la testa e di raccontare la verità parallela di una cittadinanza stufa di certi metodi, che crede nella legalità e nei grandi esempi del passato. Si tratta di un gruppo di giovani che ha voluto rispondere al post di denuncia di una giornalista locale con un gesto semplice. Dopo aver riposto l’immagine di Peppino sulla facciata del centro, hanno pubblicato una foto sui social dove hanno ribadito la loro verità: un’altra Carmiano è possibile. Un gesto non affatto scontato in una città che ha bisogno di tornare alla bellezza d’un tempo. D’altra parte, come diceva lo stesso Peppino, ”se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà”.

Vincenzo Verde -ilmegafono.org