Beni confiscati alla mafia da riconvertire in aule per gli studenti e le studentesse palermitani: è questa la proposta fatta dalla Flc e Fillea-Cgil del capoluogo siciliano. La proposta di siglare un protocollo che possa sbloccare l’assegnazione di beni confiscati in favore della legalità e, in questo caso, dell’istruzione, è già cosa nota tra gli ambienti dei sindacati di settore: già da tempo, infatti, si vociferava della possibilità di usufruire di quegli ampi spazi ormai in disuso, un tempo in mano alla criminalità, e di donarli a diverse scuole dell’hinterland palermitano. Tutto ciò, ovviamente, al fine di offrire un duplice beneficio che ha certamente un forte impatto sia sul piano della legalità (e sull’insegnamento che questa offre), sia sul piano di un diritto, quello allo studio, imprescindibile e di assoluta importanza.

A seguito dell’epidemia da Covid-19 e alle numerose difficoltà che questa ha portato (soprattutto, come stiamo vedendo ultimamente, nel mondo della scuola), tale proposta non può e non deve essere dimenticata. Al contrario, appare evidente come una certa urgenza affinché qualcosa si muova sia più che giustificata, soprattutto in una terra in cui tanti, troppi edifici scolastici sono al limite del collasso (non solo teorico, purtroppo). Ecco perché la scorsa settimana diversi sindacati, tra cui Flc e Fillea-Cgil, hanno deciso di riunirsi ed inviare una nota all’ufficio edilizia scolastica e alla Prefettura di Palermo per costituire un tavolo tecnico, nella speranza che si possano prendere dei provvedimenti seri e utili all’intera comunità nel minor tempo possibile.

“Destinare beni confiscati all’edilizia scolastica sarebbe molto utile”, ha affermato il segretario generale Flc-Cgil Palermo Fabio Cirino, anche se è bene ricordare che “il problema della mancanza di spazi esplode ora per l’emergenza sanitaria, ma in realtà esiste da tempo, è una bomba sempre innescata”. Soltanto il mese scorso, inoltre, l’Agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati (Anbsc) ha pubblicato un bando per l’assegnazione di alcuni beni confiscati del territorio palermitano a organizzazioni no-profit e del terzo settore. Proprio per questo, lo stesso Cirino chiede che l’uso di questi beni confiscati venga “concesso in comodato d’uso gratuito”, così da accelerare il processo di assegnazione.

“Con una proposta di comodato – ha aggiunto – si potrebbe partire subito con le manutenzioni e l’ammodernamento energetico delle strutture, per renderle immediatamente fruibili e consentire l’avvio dell’anno scolastico in sicurezza”. Insomma, concedere degli spazi nuovi e più agibili agli studenti e quindi supportare il mondo dell’istruzione in maniera esemplare sembra, almeno a parole, piuttosto realizzabile. A conti fatti, basta un protocollo che indichi delle linee guida univoche, il via della Prefettura e il grosso è fatto. Certo, nel Paese della burocrazia e delle lungaggini infinite che ne rallentano il progresso, una proposta del genere rischia di assumere i connotati di una vera e propria utopia e lo dimostra il fatto che ancora oggi non vi siano novità in merito. La speranza è che, almeno questa volta, chi di dovere metta al primo posto il bene dell’istruzione e protegga ad ogni costo il diritto allo studio delle studentesse e degli studenti di questo Paese.

Giovanni Dato -ilmegafono.org