I cambiamenti climatici sono la più grande minaccia per il nostro Pianeta. L’allarme più grande riguarda l’Artico, l’immensa distesa di acqua e ghiaccio che sta subendo gli effetti disastrosi dell’innalzamento delle temperature. Lo scioglimento dei ghiacci produce una intensificazione delle attività umane che stanno aggravando sempre di più la situazione. Pesca intensiva, navigazione, ricerca di gas e petrolio stanno compromettendo questo ecosistema unico, fondamentale per l’equilibrio climatico del Pianeta. Greenpeace, celebre organizzazione ambientalista, da anni in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici, denuncia ancora una volta la necessità di difendere e salvare l’Artico, ripristinando il suo equilibrio naturale.

“Un accordo globale sugli Oceani – scrive Greenpeace – può proteggere la vita degli animali a rischio di estinzione e rallentare lo scioglimento dei ghiacci, attraverso la creazione di un’area protetta dove la pesca industriale, le trivellazioni di petrolio, le estrazioni minerarie e di gas sono vietate”. Per Greenpeace esistono almeno tre buone ragioni per difendere l’Artico.

Prima ragione: l’Artico è il “condizionatore d’aria” del Pianeta. “Il prezioso ecosistema del Polo Nord – spiega l’organizzazione ambientalista – ha un ruolo cruciale nel regolare il clima della Terra: quello che accade in Artico non resta confinato “lì giù”, ma influenza le correnti oceaniche e il clima di tutto il Pianeta. I ghiacci, riflettendo la luce solare come uno specchio (un effetto conosciuto come albedo), riescono a limitare il calore assorbito dal mare e sono dei potenti alleati contro il riscaldamento della Terra. Per questo, alterare tale ecosistema provoca delle conseguenze gravi anche alle nostre latitudini: molti dei fenomeni estremi che accadono di recente, in maniera sempre più frequente, hanno origini proprio qui.

Seconda ragione: senza ghiacci, le specie animali sono destinate ad estinguersi. “Gli scienziati ci hanno avvisato già un po’ di tempo fa: con lo scioglimento dei ghiacci, gli orsi polari rischiano di scomparire per sempre dall’Artico. La sopravvivenza degli animali che vivono in Artico dipende fortemente dalla presenza del ghiaccio: questi esemplari cacciano, riposano e si riproducono sul ghiaccio. Quando questo si scioglie, a causa dei cambiamenti climatici, gli animali fanno fatica ad adattarsi: le mamme orso faticano ad allevare i loro cuccioli, che devono lottare ogni giorno per poter sopravvivere fino all’età adulta. Maestosi orsi polari, buffi trichechi e misteriosi narvali sono sempre più deboli e affamati e rischiano di scomparire per sempre dall’Artico”.

Terza ragione: l’Artico si sta riscaldando più velocemente del resto del mondo. “Negli ultimi 30 anni – conclude Greenpeace – l’area artica coperta di ghiacci si è ridotta in modo sostanziale: l’Artico si sta riscaldando due volte di più del resto del mondo. Lo scioglimento dei ghiacci, infatti, instaura un circolo vizioso molto pericoloso: mano a mano che si riduce la calotta polare, si riduce anche la capacità della superficie ghiacciata di riflettere la luce solare e aumenta il calore assorbito dal mare, che a sua volta contribuisce allo scioglimento dei ghiacci. Come se non bastasse, il ritiro dei ghiacci agevola lo sfruttamento delle risorse naturali nel Mar Glaciale Artico da parte delle compagnie petrolifere e rende disponibili allo sfruttamento i nuovi tratti di costa e di mare”.

Per tutte queste ragioni, bisogna difendere l’Artico. E farlo in fretta, perché il tempo è quasi scaduto.

Redazione -ilmegafono.org