Nell’ultimo anno più volte sono stati sottolineati i pericoli legati alle infiltrazioni delle associazioni criminali all’interno del tessuto sociale, accentuate dalla pandemia e dalla crisi economica in atto. Fin dal primo lockdown questo pericolo si è tramutato in realtà, come dimostrano i numeri che ha recentemente raccontato Don Luigi Ciotti, presidente e fondatore di Libera, in un rapporto dal titolo piuttosto eloquente: “La tempesta perfetta. Le mani della criminalità organizzata sulla pandemia”. Secondo il report, oltre tremila fascicoli d’indagine riferiti al Covid-19 sono stati aperti nell’ultimo anno, con le associazioni mafiose che si sono prodigate per ottenere appalti legati alla distribuzione di medicine e nello smaltimento di rifiuti speciali ospedalieri. Il generale aumento dell’uso di piattaforme online e la parziale digitalizzazione della vita che si è avuta con l’avvento del lockdown ha aumentato anche il rischio di truffe online, con i reati in rete che sono sempre più diffusi.

Come se non bastasse, anche i numeri relativi a usura e riciclaggio sono più alti che mai. La criminalità approfitta del degrado socio-economico in cui versa soprattutto la parte più debole della società che si è ulteriormente impoverita durante la pandemia, con il rallentamento di moltissimi settori dell’economia. E dove lo Stato non arriva per incapacità o per impossibilità, spesso ci sono le mafie che, presentandosi come dei veri e propri ammortizzatori sociali, finiscono per dare il colpo di grazia a tantissime famiglie in difficoltà.

Le opportunità per le mafie non sono finite qui. In settimana, il Viminale ha lanciato un nuovo allarme. Sebbene, infatti, il vaccino sia stato trovato nel tempo record di un anno, il rovescio della medaglia sono i tempi di rilascio che saranno fisiologicamente lunghi per raggiungere tutte le fasce della popolazione mondiale. Questa situazione renderà quella dei vaccini “l’area di interesse dei gruppi criminali in funzione dell’elevata domanda e della bassa offerta iniziale”, come segnalato dal Viminale. A ciò, si aggiunge la presenza del Recovery Fund, il cui piano di spesa è stato approvato in settimana e muoverà 222 miliardi di euro. Una cifra davvero enorme che farà senz’altro gola alle organizzazioni criminali, come ha sottolineato il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra.

“È nostro dovere impedire che le risorse necessarie al sostegno di persone, famiglie ed imprese ed al rilancio della nostra società ed economia, finiscano nelle mani sbagliate”, ha ricordato Morra, precisando che “la sfida sarà vinta solo se, oltre a spendere velocemente le risorse in arrivo, sapremo attivare controlli specifici non solo a livello nazionale, ma anche a livello europeo e mondiale”. Un allarme non da poco, se consideriamo che questi fondi sono l’unico strumento che ci rimane per cercare di uscire da questa violentissima crisi che ha fatto cadere nel baratro centinaia di migliaia di famiglie. L’attenzione deve essere massima.

Vincenzo Verde -ilmegafono.org