Mentre gli incendi continuano a minacciare l’isola, le associazioni e i movimenti che stanno lottando contro il fuoco nell’area della Sicilia Sud Orientale, hanno deciso di non fermarsi alle attività di segnalazione e spegnimento degli incendi o alla denuncia di quanto sta accadendo nel territorio degli iblei. Sette associazioni hanno infatti presentato un esposto-denuncia al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa. A presentarlo, lo scorso 13 luglio, sono stati il M.A.I. (Movimento Antincendio Ibleo), l’Associazione Acquanuvena E.T.S., Legambiente Siracusa, Notoambiente, Archeoclub d’Italia di Noto, CAI Siracusa, Natura Sicula e BC Sicilia. Stanche di assistere all’impunità di chi compie questi disastri ambientali e accomunate dal sentimento di grave lesione subita dal territorio ibleo, le realtà che hanno presentato l’esposto chiedono alla magistratura di agire tempestivamente e con efficacia per fermare lo scempio che ettari di inestimabile patrimonio naturale stanno subendo e di fronte al quale le istituzioni non si muovono come dovrebbero.

“A seguito dell’enorme quantità di territorio agro-forestale distrutto – scrivono in una nota – e della conseguente perdita della biodiversità caratteristica dell’area iblea, siamo fermamente convinti che le indagini non debbano limitarsi all’individuazione dei responsabili diretti di questi crimini, ma anche di tutti coloro che, pur avendone le responsabilità istituzionali, non hanno attivato le misure preventive che ne avrebbero certamente limitato i danni”. I movimenti di lotta contro il fuoco e per la tutela dell’ambiente, sottolineano, ai fini delle indagini, che “gli incendi di Vendicari, Cava Grande del Cassibile, Val d’Anapo Pantalica, sono partiti dall’interno delle dette Riserve naturali. I reati dunque che denunciamo non riguardano solo il mancato rispetto delle leggi esistenti, bensì anche la distruzione di ricchezze che sono patrimonio della comunità locale e della umanità intera”.

Nel testo dell’esposto si rimarca il carattere doloso dei roghi, si esclude categoricamente l’autocombustione, anche perché ad essere colpite sono soprattutto specie vegetali a minor rischio combustione (come le leccete naturali), si sottolinea la natura strategica del dolo, con inneschi in zone impervie e in orari serali o notturni che rendono più difficili gli interventi di spegnimento, visto che i mezzi aerei non possono agire di notte. Nell’esposto si segnala anche l’anomalia dei costi di gestione (privata) di mezzi pubblici come Canadair ed elicotteri e si invita la magistratura a indagare in tal senso. Un esposto dettagliato, corredato da dati, elementi di indagine, link che cercano di offrire alla procura un quadro il più complessivo possibile. Nella speranza che qualcosa, a livello di indagine e giudiziario, si muova.

“Le predette associazioni, che collaborano attivamente alla protezione del territorio ibleo, vogliono spronare le istituzioni – scrivono a conclusione della loro nota – a informare adeguatamente i cittadini sull’importanza della prevenzione e a verificare l’applicazione delle già vigenti leggi sempre in materia di prevenzione. Chiedono quindi che vengano svolte delle inchieste serie e veloci necessarie sia per individuare i colpevoli che per creare un deterrente verso coloro che si ostinano ad appiccare incendi”.

Redazione -ilmegafono.org