È arrivata “Dedicato a Te”, una carta prepagata utile per la spesa destinata alle famiglie in difficoltà. L’importo è pari a 382,50 euro, poco meno di 400. Lo stato, dunque, ti aiuta. Una tantum, ma ti aiuta. Se fai parte di un nucleo familiare con figli, ma ti aiuta. E se hai un ISEE non superiore ai 15mila euro. E tutti gli altri? Il sussidio promosso dal governo Meloni strizza ancora una volta l’occhio alla famiglia tradizionale, difatti ne hanno diritto soltanto famiglie con prole al seguito, il resto dei contribuenti, se non risponde a queste caratteristiche, si trova costretto ancora una volta a fare i salti mortali. Il costo della vita e delle risorse è aumentato per tutti, non soltanto per le famiglie, ma oggi, così come negli anni passati, c’è da dirlo, non sposarsi e non mettere al mondo dei figli sembrano ancora un’immonda colpa da scontare con l’emarginazione sociale.

La card “Dedicato a Te” apre a tante riflessioni, soprattutto perché la frangia di società che paga comunque le tasse, ma non fa parte di un nucleo familiare tradizionale, è stanca di sentirsi invisibile. Perché visibile, quando fa comodo, lo è eccome: con i contributi, le tasse, il lavoro e tutto quanto serva a muovere l’economia. Tutto rientra in uno schema di obiettivi e traguardi obbligati da raggiungere necessariamente, come se il corso della vita fosse uguale per tutti. E se questi obiettivi non dovessero essere raggiunti, allora non meriti aiuto né sostegno da parte dello stato. Ma imputare la colpa al solo governo Meloni è scorretto. È un assetto sociale e culturale che ha forgiato intere generazioni, creando competizione e frustrazione anche in un campo che dovrebbe essere totalmente libero come quello delle proprie scelte di vita.

I motivi per i quali non si mettono al mondo figli e non ci si sposa possono essere vari e molteplici, e di diversa natura: possono esserci motivi economici, motivi psicologici, emotivi o semplicemente scelte che non contemplano questa strada. Uno stato veramente democratico ed egualitario dovrebbe garantire pari diritti e valore anche a questa porzione di cittadini. Invece no. La spesa diventa complicata, gli affitti sempre più cari, in un mondo che si struttura a partire dalla base di due, ignorando tutto il resto.

Una scelta diversa dalla famiglia tradizionale non implica una minaccia per quest’ultima. Non vuol dire abolire i matrimoni in nome dell’individualismo, non vuol dire opporsi alla natalità e alla creazione di nuclei numerosi. Bisogna creare le condizioni giuste per tutti, senza agire con sussidi contentino che spazzano via misure come il Reddito di cittadinanza, che nel principio, almeno, non faceva differenze tra i meno abbienti. L’idea del “farsi da soli”, di mettere le spunte a tutto ciò che la società foraggiata dal capitalismo vuole dall’individuo continua purtroppo a permeare anche la società attuale, declinandosi in diverse sfumature e diversi ambiti della vita. Ancora una volta, non è sempre detto che tutti riescano a stare al passo. Non è detto che tutti resistano alle pressioni: tra teorie e Paese reale, ancora una volta, la differenza è enorme. C’è solo chi continua a fare finta di nulla.

Virago -ilmegafono.org