“99 agosto”, “Ancora estate” e altri slogan entusiastici come questi hanno popolato, e in alcuni casi continuano a popolare i nostri feed social nelle ultime settimane. Un caldo anomalo ha caratterizzato questo autunno ormai inoltrato, riempiendo di gioia chi ancora vuole godersi qualche scampolo d’estate, un tuffo al mare, temperature che fanno pensare alla bella stagione. Peccato che questa gioia, in un futuro non tanto lontano, sarà pagata con gli interessi.

Dietro le varie definizioni di “ottobrata” o “novembrata”, per descrivere questa estate prolungata, si staglia l’ombra ormai più che minacciosa del cambiamento climatico, che in alcuni casi si è manifestato poi sotto forma di eventi meteorologici quasi tropicali, come bombe d’acqua e alluvioni di grosse proporzioni. Sembra che il naturale ciclo delle stagioni abbia subito un rimescolamento repentino delle carte, creando una sorta di sospensione della realtà tendente a un’estate infinita. La realtà purtroppo però è tangibile, l’anticiclone nordafricano ha trasformato il mese di ottobre in un nuovo giugno, con temperature fino ai 30 gradi. Ma non solo. Anche novembre si è mostrato sin dall’inizio come un mese che prelude all’estate, tanto che gli esperti l’hanno, per l’appunto, definita “novembrata”, un evento climatico inedito. Gli strascichi si sono avvertiti anche ai Poli. Di fatto l’anticiclone nordafricano di cui abbiamo parlato, è lo stesso che ha caratterizzato giugno. Ma mentre negli anni passati resisteva soltanto una ventina di giorni nell’arco di un periodo di 95 giorni, quest’anno ha presenziato per ben 80 giorni.

Il punto è che, sin dalla metà di maggio, abbiamo attraversato una lunghissima e torrida estate, fatta di siccità, record su record, picchi di temperatura e fiumi in secca. Neanche di fronte a questo quadro così complesso sembra che i governi, o meglio, il governo appena insediatosi, metta il clima e l’ambiente tra le priorità della propria agenda, parlando ancora di trivellazioni in mare, rigassificatori e nucleare. Mentre ci tuffiamo al sole leggermente fioco di novembre, felici di questo Mediterraneo dalle mille sorprese, dimentichiamo che la temperatura dell’acqua dei mari è salita a tal punto da disorientare la fauna e far “impazzire” la flora. Dimentichiamo che i ghiacciai si sciolgono e che alcune colture non hanno portato i frutti desiderati. Dimentichiamo che, per un effimero benessere momentaneo, pagheremo un prezzo altissimo nei prossimi anni, finanche nei prossimi mesi.

Non siamo abituati a eventi climatici che potremmo definire tropicali, eventi che normalmente si verificano dopo lunghe ere geologiche. Oggi ci ritroviamo a correre ai ripari davanti a piogge torrenziali, fiumi in piena, emergenze che l’ingegneria non aveva previsto nella costruzione di città, strade, case. E si procede anche alla triste conta dei morti, oltre che dei danni. Il 2022 è stato l’anno più caldo della storia, ma il secondo decennio di questo secolo figura molte volte in questa infausta classifica. È l’anno più caldo della storia fino a ora, verrebbe da aggiungere. E le previsioni parlano già di un inverno sì, più caldo, ma più piovoso dei precedenti. Siamo davvero pronti a tutto questo?

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