“Parlate di Mafia” è il nome dell’iniziativa lanciata da WikiMafia, la prima enciclopedia sulla mafia, attraverso la quale vengono presentate 10 proposte reali e concrete indirizzate a partiti ed esponenti politici. Proposte che cercano non solo di contrastare la criminalità organizzata, ma anche e soprattutto di rompere il silenzio che si è tristemente creato attorno all’argomento. Perché in Italia, in questi ultimi anni, di mafia si è parlato sempre meno, soprattutto a livello politico, istituzionale e governativo. Al di là di poche righe proferite quasi a forza (e spesso intrise di stucchevole retorica) in occasione di eventi storici e commemorazioni (leggasi anniversario di una qualsiasi strage mafiosa), la maggior parte del nostro apparato politico ha fatto ben poco in termini pratici, lasciando così in pace le mafie, che prosperano proprio grazie a questo silenzio. Un silenzio paradossale se si considerano le dimensioni enormi del fenomeno mafioso in Italia.

Proprio per questo motivo (e con l’avvicinarsi delle elezioni del 25 settembre), si è resa necessaria una presa di posizione forte, una proposta complessiva che forse può apparire provocatoria, ma che in realtà dovrebbe essere all’ordine del giorno di ogni programma politico. Ma cosa si chiede nello specifico?

“In primis – si legge sul sito – chiediamo uno sforzo per riportare già in campagna elettorale il tema della lotta alla mafia al centro del dibattito politico e di essere al fianco di noi cittadini nei prossimi cinque anni, contribuendo a una generale diffusione di una cultura antimafia nel territorio di elezione e in Parlamento. Altra cosa che viene richiesta è “di essere trasparenti col proprio elettorato sin dalla campagna elettorale, dichiarando sul proprio sito web e/o altro canale di comunicazione idoneo i propri sostenitori economici”. Da tutto questo è nato “Parlate di Mafia”, che presenta un elenco di 10 richieste che i ragazzi di WikiMafia hanno voluto condividere con la politica e con tutti i cittadini italiani.

Proposte che vanno a toccare i punti più salienti della lotta alla mafia, punti che, se realizzati, potrebbero rendere l’Italia un Paese più civile e governato meglio. Tra le richieste più urgenti vi sono:

  • la questione morale: ovvero la necessità di affrontare una questione tanto spinosa “non solo inasprendo le pene per tutti quei reati alla base del rapporto tra mafia, politica ed imprenditoria, ma anche lavorando affinché all’interno del proprio partito si escludano dalle liste personalità in conflitto di interesse e aduse a pratiche clientelari e frequentazioni non specchiate”.
  • La valorizzazione dei beni confiscati alle mafie: ciò sarebbe possibile “potenziando l’Agenzia Nazionale, snellendo le procedure di assegnazione e facilitando il riuso sociale da parte di enti del terzo settore composti perlopiù da giovani under 35, prevedendo specifici fondi per l’iniziale messa in sicurezza, ristrutturazione e avvio attività, anche attingendo dal Fondo Unico Giustizia”.
  • La difesa e il potenziamento dell’impianto legislativo antimafia: una proposta già messa in atto da “Giovanni Falcone (dal 41bis all’ergastolo ostativo, fino allo scioglimento dei comuni per mafia), sollecitando il Governo italiano a intraprendere ogni iniziativa utile per sensibilizzare l’Unione Europea sull’urgenza del contrasto alle mafie a livello comunitario”.
  • Una offerta formativa ad hoc: ovvero l’aggiunta di “almeno un’ora alla settimana dedicata allo studio del fenomeno mafioso e alla storia delle principali organizzazioni mafiose e del movimento antimafia, introducendo nell’organico docenti un insegnante specializzato in materia, come previsto per l’insegnamento della religione cattolica”.

Proprio quest’ultimo punto è sicuramente uno di quelli che può fare la differenza, sia per quanto riguarda il breve termine (migliora la concezione del mondo in cui viviamo da parte dei giovani), sia nel lungo (forma futuri adulti e futuri elettori consapevoli). Insomma, la lista è sicuramente ricca di proposte interessanti e tutte necessarie ed è per questo che meriterebbe un’eco decisamente più forte e duratura. E meriterebbe una discussione concreta e partecipata che possa essere portatrice di cambiamenti e di novità, non solo di false promesse e impegni mai mantenuti. Per questo motivo, WikiMafia ha dato la possibilità di partecipare e aderire all’iniziativa a tutti, sia esponenti politici che comuni cittadini. Per i primi basta compilare un modulo disponibile al seguente link. Per chi invece non si candida, bisogna condividere il tutto sui propri social, utilizzando l’hashtag #ParlateDiMafia.

Insomma, oggi più che mai, abbiamo la concreta possibilità di farci sentire e di farlo non solo al chiuso di una cabina elettorale. Quel che avverrà dal 25 settembre in poi è qualcosa con cui dovremo avere a che fare al massimo per 5 anni (e nei limiti concessi dalla Costituzione). La mafia invece no, non ha un tempo limitato. O meglio: potrebbe averlo se lo volessimo davvero tutti insieme. Se decidessimo, noi tutti, di fare finalmente qualcosa di concreto. Oggi ne abbiamo la possibilità: non sprechiamola.

Giovanni Dato -ilmegafono.org