Dossieraggi, intercettazioni, accuse e una procura che indaga, ancora una volta, per “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina” e “violazione del codice di navigazione”. Destinatari dell’attenzione, prima della procura di Ragusa e poi della stampa di destra, sono ancora una volta le ong, in questo caso i vertici di Mediterranea Saving Humans. La vicenda giudiziaria, giunta in questi giorni all’udienza preliminare, mira ufficialmente a fare chiarezza sui rapporti tra  Idra Social Shipping, società armatrice della nave di Mediterranea, la Mare Jonio, che opera nel mar Mediterraneo, e la società armatrice Maersk. L’accusa più pesante è quella di aver effettuato un soccorso con successivo attracco in porto in cambio di soldi. Nel frattempo, La Verità e Panorama, gettano fango su rapporti economici ambigui tra Vaticano e gli esponenti di Mediterranea, in primis Luca Casarini.

Insomma, siamo alle solite: si aprono procedimenti (peraltro la procura ragusana non è nuova a questo tipo di azioni nei confronti di chi opera soccorsi in mare) per continuare a indagare, spesso sulla base di intercettazioni e supposizioni, il mondo della solidarietà. Fermo restando il diritto della magistratura di fare chiarezza, quello che colpisce ogni volta è l’utilizzo costante di questa fattispecie di reato, che vuol dire tutto e niente e che, in questi anni, più volte ha visto puntare il dito contro persone e organizzazioni che avevano semplicemente agito nel rispetto della Costituzione italiana, dei suoi valori, oltre che nel rispetto delle norme internazionali e, soprattutto, di un ben più importante principio di umanità. Persone e organizzazioni che poi sono state pienamente assolte dalle accuse. Basti pensare a Carola Rackete o a Mimmo Lucano, solo per citare i casi più noti, ma sono decine quelli meno celebri che sono usciti indenni da procedimenti che erano, già alla nascita, pieni di strafalcioni, interpretazioni arbitrarie, intercettazioni decontestualizzate, e privi di riscontri e prove.

Non è dato sapere se anche in questo caso, che vede indagate cinque persone, tra le quali il capo di Mediterranea, Luca Casarini, la vicenda giudiziaria alla fine si dissolverà in una bolla di sapone, ma di sicuro il sospetto che anche questa volta si tratti di una forzatura è molto elevato. Perché ci sono elementi che fanno sorridere, come l’accusa di un accordo illecito tra le due società armatrici, dimostrato, secondo la procura, dal versamento di una somma di denaro. Versamento che, però, sarebbe avvenuto tramite bonifico, mezzo un po’ curioso per una transazione illegale.

Riguardo invece all’accusa di rapporti oscuri tra Vaticano e ong, sbandierata dai giornali di destra come un grande scoop, ci si dimentica che è da sempre noto il fatto che parrocchie, chiesa cattolica, chiesa valdese e altri enti religiosi, sin dall’inizio, sostengano apertamente le operazioni di chi, per contrastare la disumana indifferenza degli Stati, pattuglia il mare e interviene per salvare naufraghi. Insomma, se prendere soldi per missioni umanitarie e per salvare vite è un reato, mentre condannare alla sofferenza o alla morte delle persone è una medaglia politica che non merita accertamenti giudiziari, allora è chiaro che il mondo è ormai capovolto in maniera tragica. La cosa che lascia perplessi di questa vicenda, infatti, è la totale omissione, da parte della procura e della stampa di destra che sta cercando di cavalcarne l’azione, del contesto in cui è maturato l’intervento di soccorso compiuto, nel 2020, dalla nave Mare Jonio nei confronti dei naufraghi a bordo della nave Etienne della società Maersk.

Una storia risalente a tre anni fa, ma che ancora oggi rappresenta una vergogna e costituisce l’emblema delle politiche feroci e criminali degli Stati europei e dell’Italia in materia di immigrazione. I 27 naufraghi tratti in salvo dalla Maersk Etienne rimasero bloccati per 38 giorni nel tratto di mare tra Malta e Lampedusa, alle porte dell’Europa, in attesa che il comando della nave ricevesse indicazioni sull’attracco nel porto sicuro più vicino. Un’autorizzazione che non arrivò mai, lasciando per 38 giorni 27 persone, già stremate dalle fatiche e dall’orrore del viaggio, in una situazione di totale emergenza, in contrasto con le norme internazionali in materia di diritti umani. L’intervento della nave di Mediterranea, che verificò le condizioni critiche dei naufraghi, trasbordandoli sulla propria imbarcazione e conducendoli nel porto di Pozzallo, pose fine a quella ignobile dimostrazione di forza che i governi europei mettevano in atto sulla pelle di disperati.

L’attracco in porto, però, segnò l’inizio dell’indagine di una procura che, concentratasi sulla solita ipotesi del favoreggiamento all’immigrazione clandestina, dimenticò immediatamente la violenza alla quale lo Stato italiano e l’Europa avevano costretto 27 migranti. Ciò detto, e al di là di come andrà a finire, rimane il solito triste copione che una parte di questo Paese recita costantemente, senza mai partorire un elemento di novità evolutiva, continuando invece una triste e dannosa opera di criminalizzazione della solidarietà. La Lega di Salvini ne approfitta per puntare il dito ed emettere sentenze anticipate, negli stessi giorni in cui invece difende un commerciante che ha ucciso, sparando alle spalle, due ladri disarmati che scappavano via, in una versione grottesca e tribale di legittima difesa.

Per non parlare poi dei soliti giornali di destra, come La Verità o Panorama, che usano sempre gli stessi metodi, fatti di dossier artificiosi, di sospetti, di complottismi che poco hanno a che fare con il giornalismo e con la verità, spingendosi persino ad attaccare bravissimi colleghi che della deontologia professionale sono degni custodi. D’altra parte, dopo decenni di propaganda, di asservimento a una certa idea politica e di assordante disinformazione, che hanno contribuito a creare il clima orribile e disumano che segna la nostra epoca, soprattutto sul tema dei diritti umani, non ci si potrebbe aspettare qualcosa di diverso. Soprattutto da giornali diretti da chi più volte si è trovato a dover rispondere di bufale, di falsi progetti di attentati oppure di attentati mai avvenuti, come quello che lo avrebbe riguardato e che invece le indagini hanno rivelato essere tutt’altro. Di questi arditi direttori, per fortuna, la storia si dimenticherà in fretta, mentre a chi ha salvato vite umane, anche finendo nel giogo aleatorio e farsesco del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, la storia renderà certamente onore.

Massimiliano Perna -ilmegafono.org