Per molti licei italiani, l’ultima settimana di lezione prima della chiusura delle scuole per le vacanze natalizie spesso coincide con un periodo di pausa didattica. Questa, se ben gestita da ragazzi, professori e presidi, è un’occasione importante per conoscere il territorio, incontrare associazioni e promuovere l’impegno sociale dei giovanissimi. Ancor più speciale è stato questo periodo per una classe di un liceo artistico di Monza. Si tratta della V C del liceo “Nanni Valentini”, che ha presentato all’attenzione dell’associazione Libera il risultato di un lavoro durato quasi un anno. L’idea è stata quella di creare alcuni giochi da tavolo o di ruolo, magari riadattando alcuni vecchi classici, allo scopo di approfondire il tema della lotta contro le mafie.

Il progetto è nato a marzo scorso, poco prima del lockdown. In quel periodo, alcune classi del liceo, grazie anche al prezioso contributo di Libera, hanno incontrato Giovanni Impastato, fratello di Peppino, giornalista e attivista ucciso dalla mafia siciliana nel 1978. Giovanni ha raccontato la storia di Peppino che ormai tutta Italia conosce, anche grazie al film “I cento passi”, capolavoro di Marco Tullio Giordana del 2000. Non solo, l’incontro con Impastato è riuscito a infondere nei ragazzi lo spirito di Peppino che, con la sua ironia e il suo modo di andare sempre controcorrente, avrebbe sicuramente apprezzato l’idea di un gioco per imparare a interagire con un fenomeno scomodo e difficile da affrontare per i più giovani, come quello della criminalità organizzata. Come ha dichiarato la docente di lettere della classe, Laura Riva, al quotidiano il Giorno, dall’incontro “è scaturito un lavoro di progettazione di un gioco che promuovesse la legalità, stimolando la conoscenza del fenomeno e i suoi sviluppi, la consapevolezza e la denuncia che sconfigge l’omertà”.

Tra i giochi presentati, quello che ha riscontrato maggiore successo è una sorta di Risiko, nel quale bisogna liberare i vari comuni dalla criminalità organizzata. I ragazzi hanno dato libero sfogo alla loro fantasia per immaginare un mondo migliore dove basta tirare un dado per mettere sotto scacco le associazioni mafiose. Unendo i valori della legalità, le loro competenze in termini di design e la sapiente guida dei professori, i ragazzi sono riusciti a creare ben 8 progetti con modelli tridimensionali, il tutto lavorando in condizioni non facili, avendo passato la maggior parte del tempo in didattica a distanza. Ciò nonostante, sono riusciti ad ottimizzare le poche ore di laboratorio che sono state fatte in presenza, arrivando a creare i prototipi che sono stati presentati negli ultimi giorni.

L’augurio è quello che almeno alcuni di questi progetti possano avere poi un seguito in termini di realizzazione e commercializzazione. Sarebbe fantastico pensare di poterli trovare in commercio già dal prossimo Natale. Sarebbe un’idea regalo istruttiva e divertente, capace di percorrere la sempre più vincente strada pedagogica dell’apprendimento tramite il gioco. L’obiettivo sarebbe quello di insegnare fin da bambini quanto sia importante vivere nella legalità e fare tutto ciò che è in nostro potere per contrastare il proliferare delle associazioni criminali. Il 2020 non è stato affatto un anno facile, ma chi è in grado di adattarsi alle difficoltà può riscoprire la grande resilienza di cui l’essere umano è capace. Ed è così che, anche in un anno in cui le scuole si sono svuotate e gli ospedali si sono riempiti, ci piace pensare che questi ragazzi siano un fulgido esempio di resilienza. Un bagliore di speranza per un futuro più luminoso.

Vincenzo Verde -ilmegafono.org