È passato ormai un mese dall’esplosione dello scandalo di Bibbiano, cittadina in provincia di Reggio Emilia. L’indagine “Angeli e Demoni”, che lo scorso 27 giugno ha portato all’arresto tra gli altri del sindaco PD, Andrea Carletti, circostanza che è stata usata per mettere alla graticola l’intero Partito Democratico. L’inchiesta riguarda un presunto sistema criminale attraverso il quale, con la connivenza di psicoterapeuti e amministrazioni pubbliche, alcuni operatori legati alla onlus “Hansel e Gretel” avrebbero sottratto illecitamente bambini alla proprie famiglie, accusate di abusi fasulli, per inserirli in un sistema di affidi dal quale avrebbero ottenuto guadagni. Quello che però hanno forse finto di non vedere alcune fazioni politiche è che i reati contestati a Carletti sono legati all’abuso d’ufficio e al falso ideologico, poiché avrebbe violato le norme relative all’affidamento delle strutture. Anche dall’ordinanza del gip si evince che il sindaco non è coinvolto in “reati contro i minori”.

In questo scenario già deturpato dall’odioso abuso sui bambini, non si sentiva la necessità dei tanti sciacalli di governo che hanno approfittato della vicenda per banchettare con le carni di un partito già in crisi per motivi ben diversi da quelli legati al presunto abuso d’ufficio di un sindaco. Nonostante ciò, per chi parla da anni alla pancia degli italiani, trasformare il PD nel “partito di Bibbiano che toglieva alle famiglie i bambini con l’elettroshock per venderseli” è un processo quasi elementare. Queste sono state le parole di Luigi Di Maio il quale, intervistato il 17 luglio a “Uno Mattina”, ha colto l’occasione per emettere la sentenza per un reato neanche contestato al sindaco.

Una gaffe che può essere riconducibile a due possibili motivazioni: o il vicepremier ha parlato informandosi tramite i meme di facebook oppure ha volontariamente calunniato il principale partito di opposizione con lo scopo probabilmente di spostare l’attenzione degli italiani sulla vicenda. Una situazione imbarazzante aggravata dalla notizia, venuta a galla negli ultimi giorni, secondo cui una delle aziende finanziate con le restituzioni dei consiglieri regionali grillini in Piemonte è stata proprio la “Hansel e Gretel”.

A trarre giovamento da questa situazione è stata come al solito la Lega di Matteo Salvini. Il ministro dell’Interno in settimana ha sfilato a Bibbiano per la solita passerella in cui ha fatto promesse a un gruppo di genitori accorsi per sentirlo in un contesto in cui è stato facile strappare applausi, anche se non si può dimenticare che lo si è fatto utilizzando politicamente un caso di cronaca che ha coinvolto dei bambini che hanno subito degli abusi. Insomma non ci si ferma davanti a nulla in nome del consenso in un periodo in cui in casa Lega gli scandali sono abbondanti. Dalla questione Siri al Russiagate, finendo con il sindaco di Apricena, in Puglia, finito agli arresti domiciliari ed accusato di peculato, concussione e proprio di quell’abuso d’ufficio per cui è indagato anche Carletti a Bibbiano.

Il colmo è stato raggiunto mercoledì scorso, quando il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è intervenuto in aula al Senato chiamato a riferire su Moscopoli e non ha trovato Salvini, occupato a fare dirette sui social, né i senatori del M5S che avevano abbandonato l’aula. Insomma oggi il paese vive un’epoca senza precedenti dove chi governa pensa ancora di stare all’opposizione e basa tutta la sua comunicazione sulla ricerca spasmodica di un nemico da odiare e a cui dare tutte le colpe. Un cortocircuito clamoroso che oltre a fermare il Paese, crea e diffonde odio sulla base di notizie manipolate o peggio ancora sulla pelle delle persone.

Vincenzo Verde -ilmegafono.org