Sebbene questo 2022 non sia iniziato nel migliore dei modi per il nostro Paese, una piccola, bella e importantissima notizia è arrivata: l’Italia dice addio alla plastica monouso. Finalmente entra del tutto in vigore la normativa europea che vedrà proibire la vendita di molti prodotti usa e getta in plastica, come piatti e posate, cannucce, aste per palloncini, cotton fioc, agitatori per bevande e alcuni tipi di contenitori in polistirolo. Greenpeace porta avanti questa lotta da anni e, finalmente, si iniziano a vedere i primi risultati.

Sono state anche stabilite alcune “norme sulla riduzione del consumo” – per esempio su bicchieri e alcuni tipi di imballaggi – e sono stati posti obiettivi ambiziosi di raccolta differenziata e obbligo di uso di materiale riciclato. Ma non solo. Sotto il “mirino” di queste normative, troviamo anche i produttori di palloncini, filtri per sigarette, salviette umidificate e attrezzature da pesca. Ma questo basterà a far respirare il nostro mare? Naturalmente no, è solo un primo, piccolo passo, per liberarci dalla schiavitù dell’usa e getta, ma proprio per questo è importantissimo non abbassare la guardia.

L’Italia, infatti, ha introdotto una serie di deroghe ed esenzioni che aggirano la normativa europea e violano i dettami della comunità, facendoci correre il rischio di infrazione delle leggi. Sebbene piatti e posate in plastica monouso siano vietati, l’Italia permette ancora la distribuzione di questi prodotti realizzati con le cosiddette plastiche biodegradabili e/o compostabili che, secondo le direttive UE, sono ritenute al pari di quelle ricavate da petrolio gas fossile.

Grazie, però, all’aiuto e al sostegno di tutti noi, Greenpeace è riuscita intanto a ottenere questo primo risultato e continuerà a combattere contro le multinazionali affinché si assumano la responsabilità dei packaging e a far pressione sul governo italiano affinché inizi ad attuare delle politiche tangibili di transizione ecologica. Se non si eliminano i compromessi al ribasso a favore di modelli di sostenibilità a minimo impatto ambientale, infatti, il traguardo rimane ancora lontano. Confidiamo nella buona volontà di tutti i cittadini nella sensibilizzazione alle tematiche ambientali e continueremo a confidare in Greenpeace affinché si possano raggiungere questi obiettivi al più presto e si possa far crescere le nuove generazioni in un mare (e un mondo) libero dai rifiuti.

Sarah Campisi -ilmegafono.org