Nelle ultime settimane abbiamo parlato di come la criminalità organizzata stia approfittando delle difficoltà di imprenditori e attività commerciali per insinuarsi e investire denaro. Il rapporto annuale della Direzione Investigativa Antimafia, pubblicato in settimana, ci dà però uno scenario ancora più pericoloso di quello che si prospettava precedentemente. Il Covid-19 è diventato un’arma micidiale nelle mani delle mafie che già vivevano un momento di grande salute, come svelano i numeri del 2019, che è stato l’anno con più enti locali sciolti per mafia dal 1991: ben 51. Un dato, quest’ultimo, che dimostra sicuramente l’impegno instancabile delle forze dell’ordine e della magistratura ma anche una proliferazione sempre maggiore del sistema mafioso all’interno di quello politico.

Un fatto che è ancora più allarmante considerato che si voterà per il governo di 7 regioni a settembre. Saranno infatti chiamati alle urne i cittadini di Valle D’Aosta, Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia. Contestualmente si voterà anche per tantissimi comuni e allora è importante capire come ha fatto negli ultimi mesi la mafia a guadagnarsi un consenso sempre maggiore tra i cittadini. La strategia è chiara: produrre un welfare alternativo da tradurre poi in voti alla prima occasione possibile. Durante il lockdown, sebbene gli sforzi del governo siano stati concentrati a fronteggiare la crisi economica e sociale, molte famiglie sono dovute ricorrere a forme di assistenzialismo offerte dalle associazioni criminali. Questo sistema molto semplice ed efficace potrebbe permettere, come già accaduto troppe volte in passato, di pilotare e indirizzare il voto, andando poi a chiedere il conto a chi, con l’acqua alla gola, si è dovuto rivolgere precedentemente a questi criminali.

Questo meccanismo è stato perfettamente descritto dal generale Giuseppe Governale, direttore della DIA, intervenuto al programma radiofonico “24 mattino”, su Radio 24. Un rischio che potrebbe essere anche di lungo periodo visto che l’obiettivo delle mafie, e in particolare della ‘ndrangheta, sembra essere quello di consolidare il proprio ruolo anche a livello internazionale, venendo a delineare uno scenario di un mercato internazionale disperatamente bisognoso di liquidi che le cosche da sempre hanno in abbondanza. Insomma il rischio è forte e bisogna moltiplicare gli sforzi per frenare l’avanzata delle associazioni criminali che, in Italia prima e in Europa poi ,stanno proliferando, banchettando come sciacalli sulle vittime di questa inaspettata crisi dovuta al Coronavirus.

La strada da intraprendere è sempre quella indicata da Giovanni Falcone: “Seguire i soldi”. Soldi che stanno girando in tantissimi settori a rischio indicati dalla relazione della DIA. Ne sono sicuramente i principali esempi quelli del turismo e della sanità, senza dimenticare gli investimenti sulle infrastrutture su cui si punterà nel prossimo periodo e che potrebbero diventare ghiotte opportunità per questi criminali.
Insomma il problema è profondo e radicato. Per combatterlo ci sarà bisogno di una forte responsabilità delle istituzioni che, attraverso le elezioni, manderemo a governare regioni e comuni. Mai come stavolta lo strumento del voto sarà l’unica arma dei cittadini per cercare di fermare questo sistema marcio.

Vincenzo Verde -ilmegafono.org