Una nuova giornata di sciopero e mobilitazione in tutta Italia per ribadire l’urgenza di una svolta climatica e la contrarietà alle politiche scellerate del governo italiano in materia di clima e ambiente. Dopo la giornata di azione globale per il clima svoltasi il 15 settembre scorso, il prossimo 6 ottobre Fridays For Future tornerà in piazza invitando tutti coloro che si riconoscono in una visione ben sintetizzata dallo slogan: “Contro la crisi che avanza, costruiamo insieme una resistenza climatica”. Secondo Fridays For Future Italia, infatti, il nostro Paese è ormai giunto “a un nuovo capitolo della storia climatica: ondate di calore, alberi sradicati dal vento, chicchi di grandine come palle da tennis e alluvioni. È il capitolo della devastazione, che rende l’azione collettiva indispensabile”. Il portavoce Giacomo Zattini, nel comunicato di lancio dell’iniziativa, attacca il governo Meloni: “Un governo che, all’indomani della catastrofe, nega ogni correlazione tra fenomeni estremi e crisi climatica, è un governo negazionista. E per questo inadeguato a indicare risposte per prevenire i peggiori scenari prospettati dalla scienza climatica”.

Come spiega Fridays for Future nel suo comunicato, la prima causa dell’aumento delle temperature, e di conseguenza dei fenomeni climatici estremi, sono infatti i combustibili fossili, sui quali l’Italia continua a investire ampiamente. Proprio in virtù delle sue emissioni storiche, sul nostro Paese ricade una responsabilità importante nelle politiche mondiali di mitigazione. L’Italia, infatti, dovrà superare gli obiettivi di decarbonizzazione dell’Unione Europea, riducendo le sue emissioni di gas climalteranti dell’80% entro il 2030 e decarbonizzando totalmente il settore elettrico entro il 2035. Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, questo è possibile solo abbandonando immediatamente ogni nuovo investimento in carbone, petrolio e gas. Peccato però che la linea sposata dal governo vada in direzione opposta, in assoluta controtendenza. Con il suo piano Mattei, infatti, il governo Meloni vincola l’Italia al fossile, condannandola a eventi estremi sempre più violenti e frequenti.

Ecco perché Fridays For Future si ribella e scende in piazza: “La protesta contro gli investimenti fossili – afferma Alessandro Marconi, attivista romano di FFF – è un atto di resistenza. Non resteremo a guardare mentre il mondo viene condannato a morire. Possiamo vivere senza combustibili fossili, ma non sopravviveremmo un giorno senza le risorse del pianeta. Non possiamo bere il petrolio”. Una resistenza civile e pacifica, malgrado l’attuale governo abbia inasprito le misure repressive nei confronti di chi protesta e pratica la disobbedienza civile. “Continuiamo a resistere – ribadisce Ester Barel, attivista di FFF Milano -, non lasciamoci immobilizzare dall’eco-ansia ma combattiamola definitivamente attraverso l’attivismo! Lottiamo insieme e costruiamo comunità resilienti e sostenibili. È il momento di esserci fisicamente, perché la resistenza è un atto fisico, che non si fa stando in casa, ma manifestando insieme nelle piazze e proponendo alternative concrete per tutti e tutte”.

Quali sono le alternative proposte da Fridays For Future? Innanzitutto, affiancare alle politiche di mitigazione anche politiche di adattamento che preservino gli equilibri e le risorse del pianeta, prima fra tutte l’acqua. Inoltre, il movimento propone soluzioni per tutelare l’acqua e garantire maggiori difese naturali rispetto ai fenomeni estremi, tra cui: ridurre i consumi, ripristinare gli alvei originari dei fiumi, tutelare e promuovere la salute del suolo, favorire l’assorbimento dell’acqua nel suolo, spingere la forestazione, ripristinare i fondi del PNRR per il dissesto idrogeologico. Queste sono solo alcune delle proposte che Fridays For Future porterà in piazza, il 6 ottobre, sperando di poter coinvolgere e sensibilizzare più persone possibili, per costruire insieme la Resistenza Climatica.

Per questo il movimento ambientalista si rivolge a tutte le associazioni, i sindacati e i movimenti, chiedendo di aderire e partecipare attivamente allo sciopero in ogni città. E c’è chi ha già aderito, come ad esempio la FLC CGIL nazionale, che ha confermato la sua partecipazione. Le piazze si popolano ancora, nel nome dell’ambiente e del futuro del pianeta. Al di là dei numeri che le piazze mostreranno, questo dà ancora speranza nel domani.

Redazione -ilmegafono.org