Continuano gli attacchi terroristici nel Kurdistan iracheno, un boomerang che si scaglia perpetuamente contro le fasce deboli scatenando una serie di disagi sotto ogni aspetto. A pagarne le conseguenze sono per lo più i civili, le famiglie presenti nei campi profughi da ormai 5 anni. Per far fronte ai gravi impatti che la guerra ha e ha avuto sulle aree più vulnerabili della popolazione, nasce un nuovo centro nel governatorato di Duhok. A scendere in prima linea sono le Ong Green Desert e Terre des Hommes. Sarà un centro per minori al fine di lavorare sui traumi psicologici e fisici che essi riportano. Il piano prevede anche trattamenti innovativi come l’uso dell’EMDR per sanare le ferite a livello psichico, lavorando ampiamente su un ripristino di tutto il settore psicopedagogico nei bambini e ragazzi dai 3 ai 12 anni.

La guerra lascia segni indelebili, marchia gravemente la salute mentale e fisica dei bambini ai quali viene strappata l’infanzia, a causa delle inaudite e traumatiche violenze a cui assistono. Tuttavia, grazie ad equipe specializzate, il centro accoglierà anche bambini con disabilità motorie, garantendo numerosi servizi al fine di migliorare la vita dei minori sotto ogni aspetto, facendo ritrovare loro la serenità perduta, offrendo un nuovo modo di guardare al presente e al futuro, cercando anche attraverso attività ludiche di regalare la spensieratezza dello stare insieme, giocando senza la paura delle bombe a minare la loro vita. Il centro sarà il loro “posto sicuro”.

Era il 2014 quando il territorio iracheno fu attaccato su larga scala dalla becera violenza dell’ISIS, divenendo presto teatro degli orrori a causa del genocidio commesso dalle milizie islamiste contro gli Yezidi. Gran parte delle famiglie riuscite a scappare o a sopravvivere a quel massacro ora vive nei campi profughi del governatorato di Duhok, appartenente alla regione del Kurdistan iracheno. È in quelle tende che si consumano traumi e disagi di una guerra che ti segna non solo la pelle, ma l’anima, la vita, una quotidianità difficile da ricostruire. Ed è per questo che le due Ong hanno unito le forze e finanziato un progetto molto importante che vale molte vite.

Sono circa un milione e mezzo le persone che hanno subito una violenza fisica e psicologica in quella regione. E ora le luci della speranza possono tornare ad accendersi grazie ai sorrisi di quei bambini che ricostruiranno i colori della loro infanzia, della loro vita, e ritorneranno a sorridere. E si sa, il sorriso di un bambino è tutta la pace che il mondo dovrebbe avere.

Rossella Assanti -ilmegafono.org