Quella del 2024 si preannuncia un’estate ad alto rischio per la Sardegna, una regione da sempre suscettibile al triste fenomeno degli incendi boschivi. La gara per il noleggio degli elicotteri regionali antincendio, infatti, è andata deserta: prezzi troppo bassi e tempi troppo ristretti per il noleggio dei velivoli hanno fatto desistere le associazioni di compagnie aeree che, nelle ultime due campagne, si erano aggiudicate l’appalto stagionale per 12 elicotteri (11 medi più uno medio pesante). Lo scorso 6 febbraio – giorno di apertura delle buste con le offerte – nessuno si è presentato per aggiudicarsi un contratto che, sino al 2021, era tra i più ambiti in Europa. È rimasto quindi pochissimo tempo per l’affidamento di un servizio così essenziale per prevenire e reprimere incendi rurali e boschivi. L’assessorato all’Ambiente della Regione Sardegna ha annunciato che il capitolato per la fornitura triennale degli elicotteri è stato riscritto, ma la gara ancora non è stata pubblicata e sicuramente i prezzi dovranno essere alzati (manovra che alimenta non pochi dubbi) per far sì che le compagnie partecipino.

Se a questo aggiungiamo un inverno mite e poco piovoso e una recente norma introdotta dal governo di Giorgia Meloni, che permette di tagliare alberi senza autorizzazione in alcune aree del Paese per sostenere l’industria del legno, ecco che il pasticcio è fatto. Il disboscamento di alberi da legna, infatti, rischia di creare profondi mutamenti morfologici nelle zone in cui avviene, perché le indebolisce. L’abbattimento di alberi antichi, resistenti al fuoco, e la loro sostituzione con alberi più giovani, cresciuti rapidamente, rende i boschi più suscettibili alle fiamme. Inoltre, il cambiamento climatico ha portato a periodi prolungati di siccità: l’aumento delle temperature ha aggravato la situazione essiccando più velocemente materiale biologico che, di conseguenza, diventa facilmente materia combustibile. Il risultato è che gli incendi della prossima estate in Sardegna, così come in altre regioni, potrebbero essere più devastanti in aree disboscate e successivamente oggetto di rimboschimento.

Questo emendamento a favore dell’industria del legname, approvato dal governo Meloni, peraltro, contrasta con le politiche europee sul clima. L’Ue, infatti, ha approvato lo scorso anno un regolamento in base al quale le imprese del legno devono confermare che il loro prodotto è cresciuto su terreni che non sono stati oggetto di deforestazione o degrado forestale dopo il 31 dicembre 2020. Il regolamento si applica in modo imparziale ai prodotti provenienti sia dall’interno che dall’esterno dell’Ue. Approvare una norma a favore del disboscamento a fini commerciali rappresenta quindi una sfida alla posizione dell’Ue sul clima, nonché un atto contro la natura e la biodiversità, che rischia di avere effetti molto dannosi sul nostro territorio.

Redazione -ilmegafono.org