L’aria si fa pesante. È il risultato ultimo di un processo lungo diversi anni. Anni durante i quali si è preparato il terreno, in maniera quasi scientifica, alla barbarie. Anni di trasmissioni volutamente spaventevoli, di eventi caricati ad arte, di menzogne, di occhi consapevolmente chiusi. Demonizzazione del diverso e presunte panacee vendute al mercato della paura portano oggi a un’aria irrespirabile. Una caccia alle streghe con un crescendo irresponsabile di toni e dichiarazioni che non possono che portare ai fatti.

Chissà quando è iniziato questo processo di imbarbarimento. Forse nel momento in cui sono spariti luoghi di lavoro collettivi e comunitari che obbligavano a rapportarsi con gli altri e non con i cellulari e soprattutto a creare solidarietà orizzontale e lotta contro i vertici del sistema e non contro gli ultimi. Forse è questo uno dei motivi. Forse. Di sicuro, ci troviamo ormai in una situazione che mette a repentaglio la vita delle persone, che vale meno di quella del vostro cane o del vostro gatto.

Inutile dire che siamo di fronte a un cataclisma, a un genocidio, a una strage (scorrete, con calma forzata, leggendolo tutto, il documento che trovate cliccando qui). Ad ogni tentativo di controbattere si risponde battendo i palmi delle mani sulle orecchie. Che meraviglia questo mondo semplice, con i buoni e i cattivi, con le nostre certezze da università della strada. Quanto è comodo questo manicheismo (cercatelo su facebook cosa vuol dire…) da sussidiario degli imbecilli.

L’importante è che ne siamo consapevoli. C’è poco di cui stupirsi, siamo (quasi) tutti colpevoli e responsabili. Ogni giorno bisogna avere il coraggio davanti allo specchio di riconoscere il colpevole e il complice di ciò che sarà. Di ogni goccia di sangue versata. Saremo comunque tutti coinvolti. Sempre. La maggioranza di noi ha scelto consapevolmente questa strada, è la democrazia, c’è ben poco da dire. La famosa libertà di dire tutto quello che vogliamo, anche le puttanate, anche le falsità, anche gli slogan spaventevoli. È diventato tutto normale, va bene tutto, è la libertà, baby.

Forse la storia ce ne chiederà conto tra qualche anno e chissà cosa risponderemo. Che obbedivamo agli ordini della propaganda. Che ci eravamo informati con i “meme”, tra un gatto e una frase di Padre Pio. Forse ci assolveranno per incapacità di intendere e di volere. Inutile pretendere di chiedere di riscoprirsi prima persone che contribuenti, prima umani che bianchi caucasici, prima uomini che giudici.

Non possono stupire certe sparate del ministro degli Interni, Salvini, e dei suoi sodali pentastellati, complici e carnefici ugualmente, la tentata mattanza di Macerata, le minacce e gli insulti. Episodi quotidiani di un disastro annunciato. Chissà cosa dovrà succedere prima che ci svegliamo consapevoli e inorriditi. Quale sarà il limite? Sia chiaro il processo è ormai irreversibile. Meglio tenerci quindi le nostre convinzioni. Che risolveremo tutti i problemi del mondo con una bella bombetta, con qualche porto chiuso, con qualche trovata geniale per battere i pugni e “farci rispettare”.

Poi, come i bambini che si chiudono a piangere in casa, terremo i mostri fuori dalla porta. Così non ci verranno a spaventare e vivremo tutti felici e contenti. Come nelle favole. Di cosa avremo paura allora? Cosa ci diranno di temere? Chi stuprerà a destra e a manca, chi ruberà? I mostri sono sotto il letto e neanche ce ne accorgiamo. Per fortuna che le nostre città saranno magicamente pulite, belle, senza cartacce. Come Pyongyang.

Penna Bianca -ilmegafono.org