Gli spazi al piano terra della galleria Punto sull’Arte a Varese accolgono la mostra personale dell’artista Kyoji Nagatani: l’iniziativa si pone come obiettivo quello di ripercorrere per la prima volta la ricerca dello scultore dal principio della sua carriera, attraverso suggestive opere capaci di suscitare nel visitatore stupore e meraviglia. Inaugurata da qualche giorno, l’esposizione è intitolata “Verso l’Infinito” e rappresenta la restituzione di una ricerca vissuta come risposta a domande esistenziali. Si tratta di una vera e propria celebrazione che la gallerista Sofia Macchi ha dedicato agli oltre quarant’anni di vita e lavoro costante nel mondo dell’arte di questo autore, riferimento indiscusso e capace di continua evoluzione seppur restando sempre fedele a se stesso. L’allestimento è realizzato con sapienza, significativo il percorso espositivo e la scelta di sculture rappresentative dei passaggi più importanti della ricerca di Nagatani.

Qual è il senso della ricerca del maestro Nagatani? Le domande che da sempre egli si pone sono: “Da dove veniamo? Dove siamo? Dove stiamo andando?”. La risposta è un viaggio che attraversa percorsi e trova forme differenti, ma che è sempre coerente con la stessa urgenza di comprendere la posizione dell’uomo sulla Terra. Per Nagatani l’artista e l’artigiano, il poeta e lo scrittore sono coloro che lavorano utilizzando il proprio talento per creare un oggetto che risponda a una domanda di verità, e che deve essere restituito alla società per condividere ricerca ed evoluzione, perché faccia del bene alla società stessa. È attraverso la mostra che avviene questa restituzione, nei musei e negli spazi artistici aperti al pubblico. Le caratteristiche dell’opera d’arte sono la generosità, il rispetto e l’accoglienza per tutti, come avviene per la natura.

L’artista cerca di avvicinarsi al meglio, senza pretendere la perfezione, provando piacere e non dolore, ma godendo della completezza, frutto di compenetrazione tra ombra e luce. Nagatani ritiene sia questa la verità, ciò che collega le parti. Oltre il figurativo, oltre l’astratto, oltre la dualità. Ricordando il momento in cui il maestro entra in contatto profondo con l’Italia, ecco che il 1978 rappresenta indubbiamente un passaggio prezioso nella sua vita e nel percorso artistico dello scultore. Trasferitosi per la prima volta a Milano in quell’anno per frequentare l’Accademia di Brera, vi farà ritorno nel 1981 grazie a una borsa di studio del governo italiano e da quel momento diventerà parte della vicenda artistica e del panorama culturale contemporaneo.

La scelta di Sofia Macchi di aprire la mostra con la preziosa scultura “Testa di ragazza” del 1982, suggestione classica degli inizi, in cui sono visibili riferimenti a Degas fino ad arrivare a Medardo Rosso, conferma la volontà di celebrare l’arte di un maestro instancabile, dedito totalmente da sempre e impegnato a superare se stesso grazie ad una costante evoluzione. “I paesaggi del cuore” del 1984 simboleggia un passaggio catartico nel percorso dell’autore: è qui già ben presente la poetica del seme che resterà costante nella produzione futura di Nagatani.

Attraversando gli eleganti spazi della galleria incontriamo “Astrolabium” e poi “Genesi” e ancora il “Dono di Nettuno”, dove a rapire il fruitore è un gioco di equilibri e armonie capaci di raccontare il rapporto con la materia, scavata, lavorata, rifinita, fino a scovare i segni di presenza umana nel cuore della materia. Naturale e di significativa forza ci attende in fondo al cammino la recentissima “Fenice”, che svetta a indicare un nuovo snodo nella ricerca del maestro; qui ancora una volta Nagatani riesce a dare nuova forma alla restituzione che è per lui parte imprescindibile del lavoro. È infatti quello della mostra il momento in cui consegnare il frutto della ricerca alla cittadinanza e per il maestro rimane questo il senso del fare arte: condivisione e partecipazione.

L’allestimento pensato come percorso museale è completato da una serie di pannelli che raccontano i momenti più significativi della vita del maestro, estratti da testi scritti in precedenza sul suo lavoro, oltre a locandine relative a molte delle mostre realizzate. Un catalogo bilingue, con la riproduzione delle opere esposte e i testi di Alessandra Redaelli e di Claudia Notargiacomo, sarà presentato al pubblico da Punto sull’Arte.

La mostra è aperta e fruibile, previo appuntamento e nel rispetto delle normative. Per prenotazioni: +39 3662640256 oppure info@puntosullarte.it.

Claudia Notargiacomo (Sonda.life) -ilmegafono.org

Nella foto in alto: un’immagine dell’allestimento della mostra (tratta dal sito di Punto sull’Arte)