La guerra in Ucraina, oltre a scatenare una grave crisi umanitaria, fa sentire le sue aspre conseguenze anche sulla filiera alimentare, in quella che si può definire una crisi a tutti gli effetti. Greenpeace, di fronte a quanto sta accadendo nel settore delle materie prime provenienti principalmente da Ucraina e Russia, ha stilato una serie di proposte volte a garantire la sicurezza alimentare. La crisi sulle esportazioni ha infatti provocato un notevole incremento dei prezzi delle materie prime, mettendo a rischio, per l’appunto, la sicurezza alimentare. La carenza di cereali, semi oleosi, fertilizzanti e gas dimostra quanto dipendiamo dalle esportazioni.

Le proposte di Greenpeace, inviate alla Commissione Europea, sono volte soprattutto a un cambiamento nel modo di produrre e consumare, trasformando così il nostro sistema alimentare. Eccole, qui di seguito, nel dettaglio.

1. Immediato sostegno alle persone più colpite. L’UE deve garantire e tutelare il diritto al cibo, e dunque la sicurezza alimentare a tutte le persone colpite dalla crisi, affrontando la speculazione finanziaria che genera l’aumento dei prezzi.

2. Investire nel cibo, non nei mangimi. Il 60% dei terreni seminativi e il 53% dei cerali usati in Europa sono dedicati all’alimentazione degli animali negli allevamenti intensivi. Queste produzioni devono essere convertite in cibo.

3. Più verdure e meno prodotti animali nei nostri piatti. Gli europei consumano il doppio della carne rispetto alla media globale, consumo che richiede uno sfruttamento intensivo dei terreni per i mangimi importati. La sicurezza alimentare può essere garantita anche attraverso la riduzione del consumo di carne favorendo i prodotti vegetali.

4. Ridurre i fertilizzanti chimici. Si tratta di prodotti inquinanti, controllati da multinazionali e governi autoritari, ci rendono inoltre maggiormente dipendenti da esportazioni. L’UE deve favorire la produzione di fertilizzanti organici, per sostenere pratiche ecologiche, anche a sostegno degli agricoltori.

5. Vietare l’uso di cibo e mangimi per produrre energia. Il 12% di cereali come grano e mais vengono utilizzati per fini energetici e non alimentari. L’UE dovrebbe vietare questo tipo di utilizzo.

6. Affrontare lo spreco di cibo. In Europa ogni anno vengono sprecate e gettate circa 88 milioni di tonnellate di cibo. Per garantire sicurezza alimentare è necessario fronteggiare gli sprechi, piuttosto che aumentare senza criterio la produzione.

7. Evitare passi indietro sull’ambiente. Le lobby dei business alimentari vogliono approfittare della guerra in Ucraina per sospendere o indebolire gli obiettivi del Green Deal europeo sull’agricoltura sostenibile. Niente di più sbagliato per la sicurezza alimentare e ambientale: la transazione ecologica è l’unica garanzia.

Redazione -ilmegafono.org