Sudestasi Contemporanea e Marset Italia inaugurano la prima personale milanese (dal 12 al 27 maggio) di Carlo Gilè artista siracusano poliedrico e di grande talento. Carlo, classe 1976, nasce come scenografo/scultore. In collaborazione con i più importanti scenografi contemporanei (come Dario Micheli, Davide Livermore, Stefano Boeri e molti altri), ha realizzato le scene per le rappresentazioni classiche di Siracusa degli ultimi dieci anni. Le opere in mostra (che l’artista definisce “cartorilievi”) sono rappresentazioni astratte del suo vissuto. Potremmo quasi definirle “scenografie in cornice”, frantumate e ricostruite secondo una sensibilità che scava nella storia dell’arte e ha le sue radici nell’astrattismo del XX secolo.

Non è un caso, infatti, che le opere, nate durante l’angosciante periodo della pandemia, trasmettano un rifiuto della realtà e della raffigurazione dell’immagine. “Ho fatto mia – racconta Carlo Gilè – una frase di Rainer Maria Rilke: lascia che tutto accada, bellezza e terrore. Questa accettazione mi ha aperto nuovi modi di pensare, ho avuto tempo per riprendere a giocare con i plastici, con la carta, cose molto lontane dai frenetici ritmi lavorativi. I cartorilievi nascono dalla possibilità di gestire il tempo per noi, per le nostre attitudini”. La decostruzione dell’immagine, la frammentazione e la compenetrazione di spazi geometrici sono gli elementi che caratterizzano queste opere tridimensionali, che descrivono, in un equilibrio estetico straniante, un sentimento di serenità, una ricerca sia artistica che personale, la voglia di sfuggire a una realtà scomoda per rifugiarsi in un universo parallelo, in una dimensione quasi estatica, pura. La fuga dalla Melancolia sfocia nell’estasi Stendhaliana. Fuggire all’orrore della realtà creando nuova bellezza è la salvezza e la forza di ogni grande artista.

La mostra, a cura di Sarah Campisi, si muove attorno a due perni, un piccolo totem tridimensionale e una maschera. Il totem rappresenta una delle prime sperimentazioni dell’artista che, confrontandosi con il cartone colorato, realizza una serie di sculture a tutto tondo, dove astratto e figurativo convivono. La realizzazione di questi totem lo ha portato rapidamente all’abbandono della figura e allo sviluppo astratto e puramente geometrico delle opere in mostra. La maschera è un ritorno alla figura, alla “normalità” ormai filtrata da un nuovo modo di pensare e interpretare la realtà. La figura geometrizzata e appiattita perde ogni connotazione umana, ma ne conserva, in nuce, il ricordo. Carlo Gilè ha trovato un linguaggio molto personale e unico che gli ha permesso di essere estremamente prolifico: nell’ultimo anno ha prodotto più di 50 opere.

Questo linguaggio, concepito con una tecnica quasi effimera che affida le sue forme alla carta, ha subito riscontrato il plauso del pubblico, permettendogli di sospendere la carriera da scenografo e di intraprendere senza pudore questa nuova e stimolante avventura artistica.

Dal 12.05.2022 al 27.05.2022
Opening: 12.05.2022 h: 18.00
Marset Italia (via dell’Annunciata‚ 29‚ Brera‚ Milano)
Giorni e orari: lun-ven 09.00-13.00 / 14.30-18.00

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