L’emergenza climatica sembra essere entrata nelle coscienze di molti cittadini, ma non tutti la percepiscono con la stessa urgenza. Secondo un sondaggio condotto da d|part e Open Society European Policy Institute, gli intervistati non considerano il cambiamento climatico come un problema immediato, almeno per i prossimi 15 anni. L’indagine è stata condotta in sette paesi membri dell’Unione Europea (Italia, Francia, Germania, Svezia, Spagna, Repubblica Ceca e Polonia), in Regno Unito e negli Stati Uniti.

Il sentire comune è consapevole dei problemi ambientali e dei danni arrecati dal cambiamento climatico, ma non tutti hanno idea di quanto l’azione dell’uomo incida su determinati scenari. Una piccola percentuale di persone ritiene che i fattori naturali abbiano lo stesso peso dei fattori antropici sul cambiamento climatico. Una percentuale piccola che, tuttavia, unita al numero degli scettici, fa registrare cifre considerevoli sia negli Stati Uniti, che in Polonia, Francia e Repubblica Ceca.

Le cose cambiano in Italia, Francia e Germania, dove una percentuale più ampia di persone pensa che la propria vita potrebbe essere stravolta dal cambiamento climatico senza misure efficienti. A sorpresa, tra i Paesi che non credono a un danno effettivo e immediato, figura anche la Svezia. Uno spiraglio di maggiore consapevolezza, tuttavia, viene dai giovani, merito forse anche dei movimenti ambientalisti che si sono fatti strada tra le nuove generazioni negli ultimi anni. Sono i ragazzi italiani e spagnoli d’età compresa tra i 18 e i 34 anni a essere maggiormente consapevoli della crisi climatica. Sono loro a rappresentare un necessario barlume di speranza.

Redazione -ilmegafono.org