Un nuovo centro di ricerca, il cui obiettivo sarà quello di sviluppare tecnologie per un futuro più sostenibile, nascerà a Torino. Si tratta del “Centre for Sustainable Future” dell’Istituto Italiano di Tecnologia (con sede a Genova) che, in collaborazione con il Politecnico, studierà processi e tecnologie di frontiera per combattere il cambiamento climatico e rispettare gli obiettivi fissati a Parigi. 

Il famoso istituto genovese, conosciuto per aver condotto studi sull’intelligenza artificiale, ha già da tempo avviato una collaborazione con l’ateneo torinese su temi di sostenibilità ambientale. È così, infatti, che è nato, nella sede ideale dell’Enviroment Park di via Livorno, un nuovo polo di ricerca dove convergeranno strumentazioni, ma anche cervelli e competenze da un vasto range di discipline, come la fisica, la chimica, l’ingegneria, le nanotecnologie, la biologia e l’elettronica, per dare una risposta veloce ed efficiente all’accordo di Parigi.

“Stiamo ridefinendo la tipica struttura a dipartimenti dell’Accademia – ha spiegato Marco Gilli, rettore del Politecnico di Torino –. Ora abbiamo bisogno di comunicazione fra le diverse specializzazioni e di un approccio trasversale, per far sì che le idee non rimangano chiuse nei laboratori, ma si concretizzino e rispondano alle esigenze del mondo”. Guido Saracco, direttore del nuovo centro, in una delle sue coinvolgenti lezioni-presentazioni, ha sottolineato quanto sia importante agire al più presto alla luce dell’incremento degli eventi meteorologici catastrofici e delle innumerevoli tragedie naturali che coinvolgono sempre più spesso il nostro pianeta. Inoltre, anche il World Economic Forum del 2016 ha affermato che il mancato rispetto degli accordi sul clima è il primo rischio per l’economia globale.

Dunque, che sia indispensabile agire lo hanno capito soprattutto i paesi emergenti, prima fra tutti la Cina, dove crescono gli investimenti sulle energie rinnovabili e l’innovazione sostenibile. L’Europa non può stare a guardare: “Nei prossimi trent’anni – avverte Saracco – dovremo fare tre volte tanto quello che è stato fatto finora per abbattere i livelli di CO2”. Il Centre for Sustainable Future Technologies, contando su un budget annuo di oltre 5 milioni di euro (in parte da finanziamenti pubblici, in parte da bandi internazionali e anche da progetti industriali) e su una cinquantina di ricercatori, si concentrerà sullo sviluppo di tecnologie di frontiera in grado di contrastare, catturare, sostituire l’onnipresente carbonio.

Tra i vari progetti avremo: quello di nano-materiali e processi biochimici per il sequestro e la riconversione della CO2 che potrebbe, grazie a una fotosintesi potenziata, trasformarsi in nuova materia prima per composti e combustibili come il bioetanolo; o la messa a punto di processi di produzione distribuita, ad esempio le stampanti 3D, che utilizzano fonti di energia rinnovabili per creare prodotti sostenibili e ad alto valore aggiunto come le bioplastiche, i biocombustibili o addirittura le medicine; o, ancora, il miglioramento di tecnologie già esistenti, come le celle fotovoltaiche, di cui è in studio una variante, basata sulla perovskite, più economica e anche più ecologica di quella al silicio.

“Tra qualche anno il Centro sarà giudicato da una commissione esterna per i risultati – ha concluso Saracco –. Adesso è tempo di mettersi al lavoro”. 

Veronica Nicotra -ilmegafono.org