Molti dei prodotti che utilizziamo a casa tutti i giorni non hanno alle spalle una bella storia. Essi spesso sono legati alla distruzione delle foreste e alla violazione dei diritti umani. Alla luce di questa triste realtà, qualche giorno fa si è tenuta la consultazione europea “Deforestazione e degrado forestale – riduzione dell’impatto dei prodotti immessi sul mercato dell’Ue”. Per evitare che questa pratica continui a essere applicata, ben 1.193.652 persone hanno chiesto all’Ue di garantire con una normativa comunitaria il rispetto di alcune regole fondamentali. Nel nostro Paese hanno aderito più di 75mila persone. Si tratta della più ampia consultazione pubblica dell’Ue su questioni ambientali svoltasi fino a questo momento. A promuovere l’iniziativa è stata la coalizione #Together4Forests ed è stata sostenuta da Greenpeace insieme a oltre 150 organizzazioni tra cui WWF, Lipu-BirdLife, Legambiente e Istituto Oikos.

La consegna delle adesioni, che sono state recapitate a Frans Timmermans, primo Vicepresidente della Commissione Ue, e a Virginijus Sinkevičius, Commissario Ue per l’Ambiente, gli oceani e la pesca, è stata simbolica ed è avvenuta tramite un evento online. Nel frattempo, all’esterno della sede della Commissione Europea veniva posizionata una lanterna ogni qual volta che si raggiungeva la quota di mille partecipanti alla consultazione pubblica, fino a formare un albero e la scritta “Together for Forest”.

“La lotta alla deforestazione è un’emergenza e siamo determinati ad agire – ha dichiarato il Commissario per l’Ambiente, Sinkevičius, a Greenpeace durante l’incontro -. Sono grato e ispirato nel vedere che oltre un milione di persone condividono questo obiettivo. Ciò mostra una consapevolezza e una preoccupazione senza precedenti. In qualità di Commissario europeo, mi impegno ad affrontare questa sfida con misure efficaci e vincolanti nell’ambito del nostro Green Deal europeo”.

La questione è molto importante e i numeri che riguardano l’Amazzonia parlano chiaro: il polmone verde più grande del mondo ha perso oltre 11mila chilometri quadrati, un’area equivalente a oltre un milione e mezzo di campi da calcio, solo nel periodo compreso tra l’agosto del 2019 e il luglio di quest’anno. Tutto questo è accaduto per realizzare mangimi e carne che arriva anche sulle nostre tavole. I cittadini sono ormai consapevoli che bisogna mettere un freno a a questa attività e le prime misure devono venire dall’alto. La Commissione, infatti, dovrebbe approvare una normativa comunitaria stringente per far sì che non ci siano più in giro prodotti che, in qualsiasi modo, possano danneggiare foreste, ecosistemi e diritti umani. La loro raccolta e produzione deve essere realizzata nel rispetto dell’ambiente. Ogni passo è fondamentale per salvaguardare il nostro pianeta.

Redazione -ilmegafono.org